Berdreyminn, la nuova opera dei Sólstafir probabilmente farà discutere. Il quartetto (anzi ora in trio causa l’abbandono del batterista) non è mai stato di ascolto semplice o immediato ed in questo album mette da parte le parti più ruvide per lasciar spazio ad abbondanti dosi di melodia, senza comunque allontanarsi da quel post-rock/metal venato di stoner e psichedelia immersi in un mood malinconico ed autunnale.
A sorpresa, l’inizio con “Silfur-Refur” contiene un intro quasi western alla Sergio Leone, con tanto di chitarra morriconiana che poi si evolve in un riff più stoner accompagnato da tastiere vintage. Il brano in sé è molto etereo e post-rock che si evolve in un crescendo molto evocativo. Già questa traccia basterebbe a descrivere l’architettura sonora generale dell’album. Andando a scavare più a fondo emerge una certa stratificazione dei brani che si svelano nel loro animo poco a poco, siano essi sognanti e dalle cesellature melodiche (la rilassata “Isafold” o la più atipica “Ambatt”) o più elaborati come in “Hula” dove compaiono anche cori, sfumature angeliche e vocals femminili.
Il cantato ha sempre quel timbro particolare e sofferto ma è spesso nascosto nell’ombra come pure la sei corde, che raramente si inasprisce se non in qualche sporadico cosa come nella quadrata “Naros” bene equilibrata tra l’etereo ed il ruvido o anche nella delirante psichedelia di “Hvít Sæng”.
Da citare anche l’intensa “Dyrafjördur” dove compaiono echi dei Pink Floyd, parti sinfoniche e tanta melodia di alto livello, sempre pregne di emozione e velate di un aura drammatica che non manca mai. La finale “Bláfjall” vede più in luce le tastiere abbinate però ad una vena leggermente più aggressiva soprattutto a livello di sezione ritmica che mostra di più i muscoli rispetto alle altre canzoni.
Disco di qualità che appassionerà gli amanti di atmosfere dolci e delicate ma che magari farà storcere il naso a chi si aspettava qualcosa di più “forte” e diretto. Da ascoltare ancora e ancora, non ci si pentirà di questa scelta.
(Season Of Mist, 2017)
1. Silfur-Refur
2. Ísafold
3. Hula
4. Nárós
5. Hvít Sæng
6. Dýrafjörður
7. Ambátt
8. Bláfjall