È uscito ad aprile, ancora per l’Ipecac di Patton, il nuovo album del trio (non più duo) di Brooklyn, Spotlights. Trio perché ai due Quintero (Mario e Sarah) , si è aggiunto in pianta stabile alla batteria il loro turnista Chris Henriquez.
Love & Decay mette sul piatto un universo estetico da wasteland in cui vengono scandagliati e portati alla luce gli ultimi reperti di umanità. Gli scenari su cui si apre l’album sono quelli lugubri, desertici e ventosi dei Jesu, un post-metal/drone/shoegaze che però perverte ogni logica di genere e maneggia naturalmente tanta altra materia musicale. C’è l’incedere a testa alta dei Pelican e i loro pinnacoli densi di dramma, le derive emotive degli Smashing Pumpkins, il ghiaccio dei My Bloody Valentine, la delicatezza dei Deftones, passaggi prog / post-rock, synth anni ’80, incursioni industrial, crescendo psichedelici, deliri noise e pesanti riffoni sludge. La voce arriva da lontano, sinuose, e, come un perfido canto di sirena, ti ammalia con le sue promesse per poi corroderti dentro. Per questo Love & Decay è un album perturbante, perché è latore, allo stesso modo, di umanità e desolazione. Così, baluginii di serenità riappaiono dal passato come fantasmi di promesse disattese per essere investiti da un intollerabile grigiore. È il riaffiorare del bello, dell’inatteso, dentro a un deserto, è anche un racconto sulla sua corruzione.
Love & Decay è un album che, nonostante il zelante senso della misura, vive di strani equilibri e riesce magicamente a sedurci. Ascolto obbligato e tra le migliori cose che potrete sentire quest’anno.
(Ipecac, 2019)
01.Continue to Capsize
02.The Particle Noise
03.Far from Falling
04.Until the Bleeding Stops
05.Xerox
06.The Age of Decay
07.Mountains are Forever
08.The Beauty of Forgetting