Dopo un paio di EP tornano gli inglesi Still con il loro debutto denominato, in maniera piuttosto fuorviante (ci chiediamo come si pronuncerà il titolo di questo album) { }. “Dark Post-hardcore meets claustrophobic sludge wrapped up in the urgency of a black metal outfit” è la definizione che la band riporta sulla propria pagina Bandcamp, e possiamo dire che gli elementi evidenziati sono tutti ben presenti nella proposta musicale dai Nostri, seppur mancanti di una certa coesione di fondo che mina il risultato finale (è questo il problema fondamentale di questo disco, ma ci arriveremo tra poco).
Il post-hardcore dei nostri è diretto, feroce, non lascia molto respiro, e anche le parentesi melodiche sono assolutamente ridotte al minimo, nella maggior parte dei casi giusto come apertura o chiusura delle tracce. L’atmosfera è densa, pesante, tesa, claustrofobica, con continue accelerazioni e brusche frenate nelle ritmiche che disorientano non poco l’ascoltatore, anche quello più avvezzo a certe sonorità. Al punto che uno stesso brano può vivere di più parentesi (non a caso!) ben distinte e talvolta un po’ troppo scollegate le une dalle altre, con il risultato che spesso si ha quasi l’impressione di ascoltare un patchwork di idee e non un unicum musicale. Ed è un peccato perché gli spunti sembrano esserci, ma forse non si concretizzano nella maniera più corretta. Prendiamo una canzone come “We were Ghosts (All along)”: si avverte il tentativo di costruire un climax basato su una melodia tesa e ansiogena, che deflagra poi alla metà del pezzo in un maelstrom furioso e paludoso, eppure qualcosa non quadra, non ci sono appigli, non c’è convinzione. E alla fine questo è il problema fondamentale di { }, forse i Nostri hanno voluto mettere troppo sul piatto, e hanno un po’ perso in riferimenti e coesione finale.
Quando rallentano e si prendono il loro tempo per costruire il pezzo con delle basi solide gli Still però sembrano saperci fare: “Blear, Amidst” è un bellissimo esempio di come gli inglesi avrebbero potuto costruire i loro brani, senza voler strafare ma lavorando ai fianchi, scavando, erodendo la roccia pian piano. Qui sono forti gli echi degli Amenra, dei Fall of Efrafa, e di altre band del circuito blackened hardcore, ma sono elaborati in maniera personale, finalmente in grado di comunicare qualcosa di più che un semplice straniamento causato da continue bordate sonore. Stesso dicasi per “Ever { I.I.MMXVI }”, dove le connotazioni con le quali la band si presenta al proprio pubblico sulla propra pagina Bandcamp (v. sopra) sono finalmente espresse nella maniera più consona ed efficace, con, va riconosciuto, un bel coinvolgimento emotivo.
Non è facile suonare questo genere musicale e far trasparire le proprie emozioni ed i propri messaggi: gli Still ci hanno provato ma con risultati altalenanti. Ci sono però incoraggianti segnali sulle potenzialità dei Nostri: se metteranno un po’ in ordine le loro idee, se renderanno la loro proposta più coesa e meno caotica, se riusciranno a convertire quel senso di tragica urgenza in qualcosa di più convincente, avremo sicuramente tra le mani qualcosa di davvero interessante. Per adesso però, solo un disco un po’ sopra la sufficienza, e qualcosa che sa di occasione sprecata.
(Trepanation Recordings, 2021)
1. Droves
2. Continued Suffering of an Endless Night
3. We Were Ghosts (All Along)
4. All But Lost
5. Half Hands Won’t Hold
6. A Pendulous Spirit (Part One) – The Great Expanse
7. Drift
8. Blear, Amidst
§9. Ever { I.I.MMXVI }