Tappa numero quattro per questo oscuro gruppo nato ad Uppsala (trasferitosi poi a Stoccolma) chiamato Ştiu Nu Ştiu che ritorna sulle scene dopo circa tre anni dal precedente e meraviglioso Sick Sad Love. Questo emblematico New Sun, fin dal titolo, vuole essere un disco di cambiamento in molti fronti in primis per diversi cambi di lineup che hanno costretto i due fondatori (Kalle e Martin) a rimescolare più volte le idee. Ciò ha portato ad un sound, in parte, differente ed un approccio molto più asciutto e scheletrico basandosi su un sound in bilico fra post-punk, gothic rock e shoegaze.
La musica si è molto assottigliata. Se il precedente album era molto stratificato qui ci si decide per uno stile più quadrato e dritto. Il rock secco dell’opener “Styx” affonda la lama nel post-punk ottantiano non mancando di infilarci qualche richiamo velato agli Slint e al noise rock stordente sfruttando un lavoro di basso decisamente pieno e marcato che marchierà a fuoco tutto il lavoro. Nasce qui il primo problema. Le vocals di Jessica Mengarelli (proveniente dai buoni The Presolar Sands) sono sfruttate malissimo in quanto il cantato appare molto distaccato dagli altri strumenti, creando un effetto straniante e che si rivelerà il maggior punto debole dell’opera. Ciò è un peccato perché in passato Jessica aveva offerto prestazioni di alto livello. L’ossessivo post-rock dalle tinte dark di “Siren” esalta grazie ad una sezione ritmica indiavolata ben condita da ossessive chitarre che creano un ottimo saliscendi emotivo proseguendo però a fasi qualitative alterne che minano il risultato finale. La fiacca “Transcend”, nonostante il buon mood apocalittico, non ingrana e lo stesso destino viene riservato alla scialba “Visa” che non riesce ad imporsi come vorrebbe ed anche “Zero Trust”, che avrebbe anche un buon mood new wave gelido al punto giusto, non sorprende così tanto. Fortunatamente ci si risolleva con la title-track dai toni doom “New Sun” che, a parte la voce che continua a non funzionare, offre un lavoro strumentale elegante e raffinato con delle chitarre sporche che macinano riff e melodie drammatiche senza sosta. Seguono due piccoli gioiellini: “Nyx” è pregna di una stupenda linea melodica di chitarra ed è sorretta da ritmiche imbevute di groove fino al midollo mentre l’introspettivo finale a nome “Dragon’s Lair” è piacevolmente stridente ed acida.
Un disco di passaggio per un futuro incerto, non del tutto equilibrato, con diversi picchi ma altrettante cadute di tono ma soprattutto da un cantato sottotono e messo quasi a casaccio.
(Heavy Psych Sounds Records, 2022)
1. Styx
2. Siren
3. Transcend
4. New Sun
5. Nyx
6. Zero Trust
7. Visa
8. Dragon’s Lair