Non è mai facilissimo inquadrare un lavoro degli [Stömb], considerata la loro proposta così pesantemente ibrida. Massive Disturbed Meta Art è un nuovo difficile tassello che rinnova la qualità sempre altissima della band francese.
Massive Disturbed Meta Art arriva con le caratteristiche previste, per quanto la previsione sia ardua se si parla di una band particolare come gli [Stömb]. Qui è tutto nuovo, tutto fresco. A partire dal sound. Anzitutto le cose si sono fatte definitivamente plastiche, che non è necessariamente un difetto tenendo in considerazione la cifra stilistica degli [Stömb], al contrario, suonerebbe male proprio se apparisse più artigianale. La novità è poi la presenza di una voce: per la prima volta (se la memoria non m’inganna, n.d.r.) troviamo del canto, situato nel brano in apertura “The Realm Of Delirium” ad opera di Laure Le Prunenec, una cantante fenomenale che qui va a creare qualcosa di surreale, a metà strada fra il soprano e Björk. Oltre questo, la cosa che forse colpisce di più è una pesantissima dose di elettronica che aleggia nel disco, tanto che ci sono diversi brani che sono quasi interamente fatti di musica elettronica, altri che invece mescolano perfettamente la durezza di questo metal futuristico ma robusto e l’elettronica più robotica, suonando quasi come i primi The Algorithm. In sostanza si tratta di un album largamente articolato e vasto in quanto a scrittura e ambientazioni. Molto interessante, ma che tende a far perdere l’attenzione se ascoltato con poca attenzione, quindi prestateci attenzione che comunque sa farsi rispettare.
Non è un disco per chiunque, ma solo per i più curiosi di cosa la vera modernità musicale specialmente in ambito metal ci sta proponendo. Merita sicuramente di essere scoperto.
(Klonosphere, 2023)
1. The Realm of Delirium
2. Sidereal Lucid Dreamer
3. Kaleidoscope
4. The Extantrasy
5. Meta Art
6. In The Eye of Aghemahra
7. An Absence of Sun
8. Of Absolute White
9. The Altered
10. Transcendance