Si ritorna nuovamente dalle parti di Sydney, ma questa volta le sonorità sono parecchio differenti rispetto ai colleghi The Nerve. Il quartetto in questione si chiama super FLORENCE jam e questo EP denominato super Florence jam non è una nuova uscita discografica ma una ristampa del primo dischetto pubblicato nel 2009, a quanto pare di difficile reperibilità. Quattro ragazzi giovani di belle speranze (tre tour australiani di supporto a gruppi come gli Airbourne e soprattutto una vendita di oltre 2000 CD) amanti del rock del passato e decisi a portarlo ai giorni nostri con dirompente forza senza preoccuparsi di essere originali eppure l’ascolto di quest’opera discografica non risulta così scontato.
La band non bada troppo alle perdite di tempo e parte subito a raffica con l’infuocata “Ghetto Project Fabolous”, un rock’n’roll selvaggio ad alto voltaggio dalle pennellate acide non indifferenti. A sorprendere sono i vocalizzi allucinati del cantante/chitarrista Adam Krawczyk; si immagini uno strambo mix di Robert Plant dei Led Zeppelin, Justin Hawkins dei The Darkness e King Diamond. Questo bizzarro miscuglio sorprendentemente funziona e si amalgama alle improvvise mitragliate garage rock imbastito dai quattro australiani. “The Circle” vira verso una direzione più acida con un guitarwork più stralunato e rugginoso, molto debitore degli anni ’60 ma in ogni caso il pezzo intriga e lascia presagire un andamento psichedelico delle tracce seguenti. Invece così non è. Con la delicatezza di una valanga arrivano come una fucilata due brani modello granata. Si parte con il rock’n’roll sparatissimo di “Marcy” dove mostra i muscoli il batterista Mike Solo con un drumming dritto e movimentato mentre l’accoppiata di chitarre di Adam e Laurence tira fuori dal cilindro degli incroci ritmici che si avvinghiano ai limiti della pazzia facendo letteralmente fuoco e fiamme. Semmai non dovesse bastare arriva il tiro micidiale di “Ten Years” a mietere ancora vittime. L’hard rock oramai è lasciato libero di mietere vittime e la miscela di riff è talmente devastante che farebbe impallidire anche i metallari più estremi, grazie a muri di feedback assurdi ed una potenza inimmaginabile ben scandita anche dal basso di Alex. L’epilogo è una sorta di compromesso per riposare gli animi, la ballad melodica “No Man’s Land”, una traccia che fa bene al cuore con le sue belle linee vocali ed i cori melodici.
Una ristampa che andava fatta e che merita considerazione soprattutto perché a breve dovrebbe uscire anche la ristampa del secondo EP che promette faville. Alle volte si trovano più gratificazione e sorprese dagli album da cui non ci si aspettava nulla. Bomba!
(Autoproduzione, 2021)
1. Ghetto Project Fabulous
2. The Circle
3. Marcy
4. Ten Years
5. No Time
6. No Man’s Land