L’assassino torna sempre sul luogo del delitto e ciò hanno fatto anche gli australiani super FLORENCE jam. Dopo la ristampa del primo EP (già recensito dal sottoscritto su queste “pagine”) ecco che giungono la seconda ristampa e la relativa distribuzione internazionale stavolta però ad opera della Bird’s Robe Records che ha da poco avviato un progetto, chiamato “10th Anniversary Series”, volto a celebrare i dischi che festeggiano, per l’appunto, i dieci anni (tra questi c’è quella bomba sonica a nome Audiodacity dei micidiali The Nerve). Questo profetico ed ironico We Always Knew It Would Come To This è anch’esso parecchio lungo, quasi fosse un album vero e proprio ed arrivato dopo parecchi demo, e permise all’epoca un passaggio in radio ed una serie di concerti da headliner al Gaelic Theatre di Sydney. Andando alla “ciccia” ci sono parecchie novità sul versante musicale dato che la lancetta temporale è andata ancora più indietro arrivando quasi agli anni del cambiamento ovvero quel piccolo arco fra il 1963 ed il 1965, ma per capire meglio bisogna entrare nel dettaglio.
Punto primo. L’influenza dei Led Zeppelin si è fatta molto più marcata rispetto alle altre soprattutto a livello vocale, il cui stile si è fatto meno folle e più quadrato sacrificando forse un pochino di originalità. Punto secondo. Ci si trova al cospetto di un disco molto più variopinto e multiforme rispetto alle bastonate ignoranti del debutto e questo può essere un bene o un male. Le tracce stanno un po’ nel mezzo in quanto c’è stata una furba scelta nell’alternare sperimentazione ed assalti sonori. L’opener “ That’s The End Of It” è un blues acidissimo e rugginoso che spiana la strada per la prima novità ovvero la seguente “Signals”, aperta da un basso distorto, che sviluppa al proprio interno un lavoro melodico molto debitore del beat inglese, con tanto di cori melodici accattivanti, inserendoci però qualcosa di personale ovvero delle chitarre stralunate. Da qui in poi sarà un susseguirsi di cambi di registro: si inizia con l’acid rock di “Your Word” sorretto da tastiere magniloquenti ed inserti hard rock chitarristici; si passa poi al riff devastante modello The Kinks di “Simmer Down” con melodie vocali nuovamente sulla scia del beat di The Who ed altri per poi distruggere tutto con la bordata velocissima ai limiti del punk chiamata “Irrepressible”. No, non è certo finita qui in quanto riemergono le anime di Plant/Page (anche se in versione più storta e schizzata) con il riff arrogante di “Anastasia Won’t You Sleep With Me” accelerando improvvisamente a seicento all’ora grazie alla sberla rock’n’roll chiamata “Walkin’ On The Rocks” come se Chuck Berry avesse fatto il pieno di steroidi. Non si può dire che l’originalità sia il punto forte del gruppo eppure il loro modo di porsi non è finalizzato a tributare in maniera cieca e senza attributi ma ha lo scopo di far conoscere un mondo spesso ignorato specie dai più giovani troppo impegnati a bazzicare sulle sonorità moderne dimenticandosi che arrivano tutte dalla decade dei ‘60 senza contare tutto ciò che è spuntato dalle decade precedenti. Il macigno heavy rock hendrixiano “Bloozepower” macina note come un panzer grazie a chitarre ed una sezione ritmica belle “pese” per poi concludere le ostilità nuovamente con una ballad pastorale chiamata “A Moment In Time”.
We Always Knew… è un disco che segna cambiamenti e nuove idee combinandosi al meglio con il primo EP e dando una visione quasi completa di questi quattro giovani al momento fermi (tranne un live album del 2020) che si spera possano continuare a fare musica. Album che forse non cambierà la vita ma la renderà migliore, non solo a voi per l’ascolto: i ricavati andranno a supporto di fondi per la cura di Epatite C, carestia alimentare, disturbi mentali, centri culturali giovanili e molte altre iniziative di cui i super FLORENCE jam si sono sempre occupati ed a cui tengono molto.
(Bird’s Robe Records, 2021)
1. That’s The End Of It
2. Signals
3. Your Word
4. Simmer Down
5. Anastasia Won’t You Sleep With Me
6. Irrepressible
7. Walkin’ On The Rocks
8. Bloozepower
9. A Moment In Time