I rumeni Sur Austru, nati dalle ceneri degli amati Negura Bunget, ritornano a distanza di due anni dall’esordio Meteahna Timpurilor con questa perla dal titolo Obârşie, che verrà pubblicato come il precedente dalla nostrana Avantgarde Music. Il cammino intrapreso con il primo disco prosegue con questo concept album che introduce la figura dei Solomonari, entità sovrannaturali che possono evocare pioggia, tuono e vento, viaggiando attraverso le sconfinate foreste della Romania e della Carpazia, in un mondo che fonde leggende e realtà. Il genere proposto è ancora una volta un folk black metal impreziosito dall’utilizzo di strumenti della tradizione locale, anche se qui viene sviluppato con l’aggiunta di epici cori e massicce pareti sonore, mantenendo per tutto il disco un’atmosfera ritualistica di primordiale provenienza.
Ogni singolo brano trasporta l’ascoltatore in una realtà mistica ed oscura, come se si stesse assistendo ad una cerimonia pagana, attraverso riff tipici del nero metallo, flauti recitanti struggenti litanie (su tutti la strumentale “Codru Moma”), tastiere sognanti e la voce di Tibor sempre perfetta, sia nei momenti evocativi, sia nei momenti di malignità. Il viaggio sonoro si compone di sette tappe, iniziando con “Cel Din Urmă”, brano maestoso che vede oscurità e melodia intrecciarsi come a formare un’unica essenza, accompagnando l’ascoltatore dal primo all’ultimo dei 13 minuti di durata, senza mai essere banale; “Taina”, introdotta da un flauto ipnotico, prosegue sulla falsariga della traccia precedente, anche se, a mio avviso, con un mood più maligno, pur sempre mantenendo una cospicua durata, visti i 10 minuti. Già detto della strumentale “Codru Moma” e del ruolo importante del flauto al suo interno, si prosegue con “Cant Adănc”, dove epicità, sinfonia, folklore e black metal si fondono in un turbinio di emozioni uniche, lasciandoci a bocca aperta da cotanta maestria espressa. “Caloianul” è un pezzo che definirei folk ritualistico, dove riff taglienti e un blast- beat furente nella parte centrale fanno da contraltare a momenti di pura evocazione, lontanissimi dai canoni metal, con gli strumenti della tradizione rumena ad ammaliare e incantare. Il sesto brano è “Ucenicii Din Hărtop I”, melodie sognanti e struggenti ci accompagnano per 9 minuti con un pathos degno delle migliori colonne sonore, con il flauto di nuovo sugli scudi in conclusione. Settima e ultima traccia del disco, “Ucenicii Din Hărtop II”, irrompe con il growl di Tibor, che, unito alle melodie di chitarre e tastiere, è il punto forte del pezzo, concludendo il viaggio che abbiamo intrapreso assieme ai Sur Austru.
I 56 minuti di Obârşie passano lisci, accompagnano l’ascoltatore in una realtà eterea, ben lontana dalle paranoie di tutti i giorni e ci consegnano una band unica e da non sottovalutare, da non paragonare ai Negura Bunget, ma con un’identità propria e sono sicuro che ne sentiremo parlare a lungo.
(Avantgarde Music, 2021)
1. Cel Din Urmă
2. Taina
3. Codru Moma
4. Cant Adănc
5. Caloianul
6. Ucenicii Din Hărtop I
7. Ucenicii Din Hărtop II