La prima traccia del secondo disco dei Syberia lasciava presagire un album variegato e colmo di splendide ricchezze musicali, ma purtroppo Resiliency in breve tempo risulta di ben altra pasta. Il post-rock della formazione di Barcellona è ben suonato e contiene discreti arrangiamenti, ma pecca su diversi elementi che si andrà ad analizzare in questa recensione.
Nello specifico, uno dei problemi del disco è il dipendere troppo dalle influenze. Gli echi dei big del genere si sentono chiaramente, dimostrandosi assordanti in certi brani, come ad esempio la notturna e dolce “Hiraeth” (emergono i God is An Astronaut) oppure “Taunus”, che oltre ad essere debole e stanca di suo, nonostante buone melodie, porta con sé un’ingombrante sensazione di già sentito. Ci si ritrova dispersi nell’anonimato musicale più profondo ed onestamente ci si chiede come mai siano stati inseriti due intermezzi (“Ashfall” e “Fortress”) decisamente banali all’interno di una tracklist che già con i pezzi standard ha poco da offrire.
Qualche colpo di coda fortunatamente c’è. La traccia di apertura, “Desertica”, presenta un sound indirizzato alle melodie arabeggianti, unito ad una sezione ritmica decisa e potente. L’atmosfera respirata è quasi fiabesca, non vi sono tracce di violenza e l’ascolto scorre fluido senza intoppi. “Black Olympics” offre all’ascoltatore un sound più aggressivo, grazie all’ottimo uso di bordate ritmiche e notevoli intuizioni melodiche. Le detonazioni epiche che compaiono durante il brano aumentano l’enfasi ed amplificano la potenza visionaria, rendendo la canzone una degli apici del disco. La finale “Hyperion” risulta anch’essa fiacca ma, a sorpresa, si risolleva grazie ad uno stacco acustico intenso e vellutato, che impreziosisce una canzone altrimenti avrebbe seguito le altre nel dimenticatoio.
Resiliency è un disco immaturo, opera di una band che ancora non ha idee chiare ma solo abbozzate. Attendiamo il prossimo album per vedere se i quattro ragazzi sapranno fare tesoro dei loro errori. Al momento l’insufficienza è meritata.
(Debemur Morti Productions, 2016)
1. Desertica
2. Aram Chaos
3. Ashfall
4. Hiraeth
5. Taunus
6. Black Olympics
7. Fortress
8. Resiliency
9. Herboren
10. Hyperion