Esattamente 10 anni fa usciva l’album d’esordio dei Tangled Thoughts of Leaving. La Bird’s Robe Records, label storica della band, ha deciso di ristampare Deaden the Fields in formato cd e vinile per la sua distribuzione internazionale.
Fin dall’iniziale “Landmarks” è un piacere constatare come il combo australiano avesse le idee ben chiare sul proprio sound. Durante questa lunga traccia la band mostra tutto il suo potenziale: avant jazz con fortissime contaminazioni di post rock e con cambi di umore e di tempo debitori del progressive. Questo nervosismo lo si avverte anche nella successiva “Throw Us to the Wind” che spinge sulle distorsioni nel finale del brano. La capacità di creare paesaggi sonori (cosa che amai nell’album No Tether del 2018) è ben evidente e trova la sua piena espressione nella parte centrale del disco dove l’intimismo di “…And Sever Us From the Present” fatto di delicati passaggi di pianoforte ci porta al brano più chitarristico del lavoro, ovvero “Deep Rivers Run Quiet”. La spettacolare “Deaden the Fields” è la summa di quanto proposto nel brano e personalmente lo trovo il più a fuoco dell’intero disco. Sul fronte meramente tecnico il lavoro è definito nei suoni anche nei momenti più caotici e Il mastering a cura di Pelle Henricsson (Cult of Luna, Refused) rende il tutto cangiante.
Deaden the Fields è un importante tassello che ben spiega la crescita fatta negli anni dai Tangled Thoughts of Leaving. Se non li conoscete è il perfetto approccio alla musica strumentale degli australiani. Buon ascolto!
(Bird’s Robe Records, 2021)
1. Landmarks
2. Throw Us to the Wind
3. …And Sever Us From the Present
4. Deep Rivers Run Quiet
5. Deaden the Fields
6. They Found My Skull in the Nest of a Bird