“…STEP INTO THE LIGHT!”: si apre con uno degli attacchi più memorabili degli ultimi anni l’ultimo lavoro dei The Acacia Strain, un concept diviso tra due album, che vivono agli antipodi della musica estrema ma che esistono sospesi e connessi l’uno all’altro come il feto alla placenta, in un cangiante uroboro di richiami. Una metà del lavoro, l’album Step Into The Light, è della diade il più vicino agli stilemi dei Nostri, pur risplendendo nella loro discografia di una luce nuova e assassina, data dalle ibridazioni innovative e dal taglio estremamente fresco che gli Acacia danno al proprio metalcore. Failure Will Follow è un obelisco di pietra antica come la Terra, un richiamo viscerale a tutto quello che è universalmente conosciuto con lo svilente nome di “doom metal”, dallo stoner al funeral, e che si incarna, sotto le corde e le pelli dei Nostri, nell’essenza stessa della musica estrema. Il binomio tra i due album è praticamente perfetto, e l’ascolto di entrambi, a tratti alterni o uno di fila all’altro, è un’esperienza musicale difficile da dimenticare.
Step Into The Light ci dà il benvenuto con il riff slam, stirato fino a dove lo spirito assolutamente core del lavoro lo permette, di “FLOURISHING”. Gli Acacia Strain dettano da subito le regole del gioco: niente di quello che c’è nel disco è da dare per scontato, e nessuno verrà risparmiato. Giri di sei corde da macelleria, spietati rullanti e una prestazione da lode di Vincent Bennet dietro il microfono rendono il lavoro, ad un primo ascolto, un grande esempio di metalcore coi controcazzi. Una maggior attenzione rivela, sotto la superficie burrascosa di questo nero e schiumoso mare, i relitti sommersi del grindcore e del brutal death, i cadaveri sfuggiti agli scafi arrugginiti del deathcore e dello sludge. La musica dei Nostri assimila definitivamente, con Step Into The Light, tutte le influenze che l’hanno innervata e drogata nei lavori precedenti, facendo dei nostri dei veri innovatori del genere. Basta ascoltare quel muro di motoseghe che è il breakdown di “FRESH BONES”, il riff che combina hardcore e sludge di “TEETH OF THE CURSED DOG” o i tempi sbilanciati, a metà tra i Converge e i Gorguts di “IS THIS REALLY HAPPENING?”, per capire cosa ci ha messo davanti il gruppo. Un monumento assoluto del metalcore, o forse addirittura del metal moderno. Una dimensione nuova, che pochi altri, come Vein.fm e Pupil Slicer, stanno contribuendo a forgiare, in cui davvero le linee di demarcazione tra i generi si fondono ed evaporano, lasciando solo il duro e spietato metallo. Failure Will Follow si abbatte sulle schegge appuntite e feroci di Step Into The Light come un palazzo che crolla su dei cocci di bottiglia: il duro e inesorabile giro di sei corde che apre “pillar of salt” ricorda il funeral cabalistico dei Primitive Man e lo sludge minimalista e cerebrale dei Thou per la propria grazia spietata. In ogni caso, i nostri si accostano subito – complice la partecipazione alla voce dell’immenso Dylan Walker – ai grandi del doom contemporaneo, dimostrando grande familiarità con il filone. E proprio questo Failure Will Follow porta alla luce: il background genuinamente estremo di una band che sa accorpare e integrare tutto ciò che la scena offre, espandendo le proprie radici per chilometri sottoterra, più fungo che pianta. La seguente “bog walker” è una marcia stoner doom di eccellente fattura, che ricorda un po’ gli Sleep di The Sciences, un po’ il doom vecchia scuola à la Reverend Bizarre (chi capisce al volo di cosa sto parlando guadagna la mia stima imperitura). Il massiccio portone di questa torre di ossidiana è chiuso da “basin of vows”, un ribollire di blackened sludge in cui il noise e il caos la fanno da padroni, in un contrasto orgasmico con la sezione ritmica che occupa la parte centrale del brano. Un lavoro da orefici della musica estrema.
Poco resta da dire su – o meglio, poco incenso rimane da bruciare per onorare – la doppietta clamorosa Step Into the Light // Failure Will Follow. L’approccio originale alla composizione e alla realizzazione di un metalcore e un doom che si realizzano appieno solo l’uno nell’altro come le Mani di Escher, l’accoppiamento inusuale eppure centrato in pieno, l’affascinante aura di disillusione e disprezzo del mondo che permea l’intera opera… tutto questo fa del lavoro dei The Acacia Strain qualcosa di assolutamente unico nella scena contemporanea, che nessuno deve permettersi di trascurare.
(Rise Records, 2023)
Step Into The Light
1.FLOURISHING
2. CALF’S BLOOD
3. CHAIN (feat. Jacob Lilly)
4. FRESH BONES
5. TEETH OF THE CURSED DOG
6. OPEN WOUND
7. SINKHOLE (feat. Josef Alfonso)
8. IS THIS REALLY HAPPENING?
9. UNTENDED GRAVE
10. NONE OF US ASKED TO BE HEREFailure Will Follow
1. pillar of salt (feat. Dylan Walker & iRis.EXE)
2. bog walker
3. basin of vows (feat. Ethan McCarthy)