Entrare nel mondo dei The Flight of Sleipnir è sempre qualcosa che lascia il segno, è un viaggio ai limiti del mistico e del trascendentale. I Nostri sono ormai sulle scene da più di quindici anni, da duo si sono trasformati in una vera e propria band anche se le redini di questo cavallo mitologico rimangono sempre ben salde nelle mani di David Csicsely e Clayton Cushman. Sebbene la formula resti bene o male sempre la stessa, la band è in grado ad ogni uscita di stupire e ammaliare, e anche questo Nature’s Cadence non fa eccezione.
Con un occhio puntato da sempre sulla mitologia norrena e un altro rivolto alla Natura e alle sue continue mutazioni (ma non è la prima occasione che si verifica questa circostanza), l’album scorre via con estrema dolcezza e facilità, aiutato da una durata, di poco sotto ai quaranta minuti, che di certo ne amplifica la capacità di fare subito presa. Ma gli elementi che da sempre caratterizzano il suono dei TFoS sono sempre qui, miscelati e dosati con sapienza, e di fatto tutti condensati e sintetizzati sin dalla traccia di apertura, quella “North” che si apre furente e arrembante per poi indulgere in arpeggi e delicate atmosfere progressive e psichedeliche settantiane, con un crescendo maestoso che sfocia nuovamente in una cavalcata di robusto black melodico dal taglio epico e titanico. Toccata la metà del pezzo (quasi dodici minuti la durata totale) le strutture appena descritte si ripetono mutando però forma, ordine e tono, con un incedere stavolta più tendente al doom epico prima della chiusura affidata ad un assolo di sei corde. Psichedelia, progressive, doom, black metal e arpeggi classicheggianti e folk: come anticipato “North” è un piatto unico che, da sola, manderà sicuramente in visibilio i fan di lunga data, non mancando però di conquistare anche nuovi ascoltatori. Di durata leggermente inferiore e più cadenzata la successiva “Madness”, sfaccettata e multiforme sebbene continui a mantenere quel tocco melodico che da sempre caratterizza il gruppo del Colorado. Poi due brani uno l’opposto dell’altro: notturna e feroce “Vingthor”, riflessiva e crepuscolare “The Woodsman”, parentesi di quasi cinque minuti di etereo e nebbioso folk. Infine “Wanderer”, brano che pesca dallo stesso bacino dal quale attingono i conterranei Wayfarer, con quell’arpeggio iniziale polveroso e intrigante che di fatto costituisce la spina dorsale di una canzone caratterizzata nuovamente da un forte piglio epico e drammatico, che non disdegna però, ancora una volta, aperture in clean come quella presente in chiusura, che di fatto va anche a concludere il disco.
Nature’s Cadence è l’ennesima prova di forza dei The Flight of Sleipnir. Non sempre il percorso dei Nostri è stato ispirato e impeccabile, ci sono state nel tempo una, due uscite un gradino sotto le effettive capacità della band, ma anche in quei casi si è comunque trattato di album buoni, che avrebbero illuminato la discografia di molti altri gruppi: fermo restando che, è giusto dirlo, non ci risulta che esista ad oggi un gruppo in grado di ripetere con la stessa ispirazione le felici soluzioni sonore proposte dai TFoS. Siamo felici di avere tra le mani un lavoro di grande impatto, assolutamente in linea con quanto fatto da sempre dal gruppo eppure in grado di inserirsi per coinvolgimento emotivo sicuramente tra i migliori tre dischi mai prodotti dai Nostri.
(Eisenwald, 2024)
1. North
2. Madness
3. Vingthor
4. The Woodsman
5. Wanderer