Il noto trio britannico Yorke/Greenwood/Skinner – le cui gesta sono già recentemente apparse su queste pagine virtuali con lo scorso Wall Of Eyes – continua un periodo particolarmente prolifico nella loro produzione musicale con la seconda uscita di quest’anno targata The Smile. Rispetto al predecessore la collezione di pezzi presenti è più spigolosa e rock-oriented, rendendo ancor più evidente il vero denominatore comune del progetto, cioè la presenza in quasi ogni traccia di massicce quantità di groove e scomposizioni chitarristiche al limite del calcolo algebrico.
Le tracce presenti in Cutouts, che non è sbagliato interpretare come quasi una collezione di b-sides del progetto, si avvicinano più a quanto sentito nel fantastico esordio A Light for Attracting Attention, ma francamente con qualche filler in più. Tra i momenti più memorabili vi ritroviamo “Zero Sum”, “The Slip”, “Eyes & Mouth” e “Colours Fly” le quali rendono sempre più evidente l’apporto di un Tom Skinner graniticamente al centro del progetto e in grado di dare note di tocco, colore e spigolosità che segnano le carriere dei batteristi più memorabili. Laddove il punto di forza di Wall Of Eyes era l’eterogeneità nell’evoluzione del mood delle tracce intese come un intero lavoro da godere dall’inizio alla fine, in modo da rappresentare una sorta di percorso guidato attraverso varie atmosfere e climax, in Cutouts torniamo ad avere più momenti che vivono indipendentemente l’uno dall’altro. La mancanza di spazialità e evoluzione di alcune tracce tendono a far restare molte composizioni in una sorta di limbo che oscilla tra volontà di esprimere tensione continua e rischio di inconcludenza (su tutte “Don’t Get Me Started”, “Tiptoe” e “No Words”). Molte altre volte è invece proprio la riuscita totale della traccia che non convince, ricordando altri momenti non proprio memorabili dei lavori solisti di Thom Yorke (come in “Foreign Spies” o nella cinematografica “Instant Psalm”) o pallide riproposizioni di sperimentazioni meno ispirate di InRainbowsiana memoria (come in “Bodies Laughing”).
Rimane il fatto che da questa selezione è possibile prendere alcune tracce che ben figurano nella discografia dei Nostri, ma che è possibile capire perché non potessero trovare spazio in Wall Of Eyes. Constatiamo che in ogni caso possiamo avere momenti meno o più ispirati, melodicamente più o meno accattivanti e sticky, ma The Smile non è in grado di produrre una canzone oggettivamente brutta o mal costruita, data anche l’esperienza degli attori in gioco che continuano a meritare la nostra fiducia musicale. Probabilmente ormai ci siamo abituati a standard talmente alti che notiamo persino le flebili deviazioni dalla media.
(XL Recordings, 2024)
1. Foreign Spies
2. Instant Psalm
3. Zero Sum
4. Colours Fly
5. Eyes & Mouth
6. Don’t Get Me Started
7. Tiptoe
8. The Slip
9. No Words
10. Bodies Laughing