I The Tidal Sleep sono un gruppo screamo tedesco dei quali è stato recensito qui l’ultimo full length, Be Water, con il quale avevano già dato prova di grande versatilità e di spiccata sensibilità artistica sia per la capacità di miscelare con le giuste dosi momenti acustici e hardcore sia a livello contenutistico. Con Be Kind, invece, l’urgenza espressiva si palesa a tratti in maniera quasi sfrontata, senza mezzi termini, poiché il fine non è l’accettazione passiva della propria condizione esistenziale, ma la lotta ostinata e continua.
Be Kind è un EP contenente quattro tracce che erano state registrate assieme al resto di Be Water, che tuttavia in sede di post-produzione il gruppo decise di non inserire poiché avrebbero rischiato di interrompere la scorrevolezza dell’album nonché il concept stesso, rinviando la loro pubblicazione in un momento più opportuno. Quel momento è arrivato a fine settembre, via This Charming Man Records.
La band non è indulgente e la prima traccia, “Apologies”, si apre con un drumming sostenuto e chitarre distorte su cui si alternano screamo e clean vocals. Sotto questa trama noise si svolge un’altra di carattere più acustico e melodioso che dona l’effetto di collante tra gli strumenti, creando una sorta di armonia dentro alla disarmonia. “Endings”, la seconda traccia, presenta una struttura molto simile alla prima, ad esclusione di una parte cantata che spezza lo screamo in due momenti differenti: uno centrale e quello finale della canzone. La terza traccia, invece, è maggiormente hardcore sia per l’aggressività del brano sia per la sua brevità. L’ultima ma non meno importante è “Triggers”, più melodiosa delle altre e che risulta essere quasi una ballata pop-punk.
In termini narrativi ogni canzone tratta un tema differente, che va ad inserirsi in un puzzle completo il cui concept sono il tempo e la libertà individuale. Non esistono parole, anzi scuse postume, che possano riparare ciò che è andato distrutto attraverso gesti che hanno provocato sofferenza in passato. Non esistono domande a cui si possano dare risposte, poiché per ogni risposta vi sarà sempre un’altra domanda, in eternità. Non esiste nemmeno libertà, finché sarà qualcun altro a guidarci in questo mondo insensibile e vuoto; saremo liberi, invece, finché vivremo per noi stessi, all’interno di questa vita che oscilla come un pendolo pronto a trasformarsi in una macchina di demolizione che distruggerà tutti i frammenti del passato e del presente che cerchiamo di contenere con le dita.
Questo EP risulta essere compatto sia in termini strutturali sia in termini narrativi. La composizione di ciascuna traccia è alquanto simile, con leggere variazioni in maniera tale da non appesantire l’ascolto: una intro composta da un riff di batteria e chitarre distorte su cui si sovrappone lo screamo, talvolta intervallato da parti cantate e talvolta da parti parlate, mentre in sottofondo vi risiede una trama melodica che funge da fil rouge. A tutto ciò si sovrappone un messaggio sofferente, una presa di coscienza dell’impossibilità di rimediare agli errori, se non accettandoli ed imparando da essi, lottando al contempo per la propria libertà, contro la passività e la mera osservanza delle norme che si impongono sulla nostra esistenza.
(This Charming Man Records, 2018)
1. Apologies
2. Endings
3. Cures
4. Triggers