Fin dal primo singolo “Seven Pounds” i The Universe By Ear hanno catturato la mia attenzione: parliamo di un power trio con il gusto della psichedelia e una certa stramberia di fondo vagamente “Zappiana”.
L’arrivo del disco non ha tradito le aspettative. I Nostri non celano il loro amore per mostri sacri come Black Sabbath in alcuni rocciosi riff e per i King Crimson nel sentire prog di alcuni passaggi, il tutto sotto un alone di pazzia assolutamente personale. La parte vocale della proposta è fatta di armonizzazioni che non risultano mai eccessive e ben si sposano con la musica. Un sapore vagamente vintage si può sentire in tutti i refrain del disco. Ci sono pezzi dal piglio pop e dal ridotto minutaggio come “Repeat Until Muscle Failure” e “Make It Look Like An Accident”, che valorizzano le melodie. Il vero pezzo forte del combo però sono le lunghe digressioni strumentali: la magnificenza di un brano come “Slam Your Head Against The Wall (Carefully)” sta nella parte centrale, libera da schemi e colma di improvvisazioni altamente dopate. Stefan Strittmatter alle sei corde ha il totale controllo dei suoni, con passaggi liquidi e stratificazioni, mentre la sezione ritmica è monolitica e precisa. Il mondo di questa band è fatto di sostanze psicotrope che ti fanno vomitare arcobaleni in alcuni casi e in altri vedere l’inferno da vicino, come in “Ocean-Clouds-Prism”, dove a tratti si sente odore di zolfo.
Il debutto degli svizzeri The Universe By Ear è una piacevole sorpresa: il loro è un rock contaminato da mille influenze assolutamente non convenzionali. Chapeau!
(Czar Of Crickets, 2017)
1. Seven pounds
2. Repeat until muscle failure
3. Slam your head against the wall (carefully)
4. Dead end town
5. Idaho
6. Make it look like an accident
7. High on the hynek scale
8. Ocean / clouds / prism
9. Dead again