Delusione: è questa la sensazione predominante che è emersa dall’ascolto del nuovo album a firma Thief, Bleed, Memory. Il losangelino ex-Botanist Dylan Neal ci aveva abituato bene: The 16 Deaths of My Master di quasi tre anni fa era un lavoro maestoso, in grado di coniugare con naturalezza elettronica, industrial, gothic, trip-hop, synth-wave, sinfonica, classica, pezzi da dancefloor: la ricetta del presente disco prova ad essere la stessa, ma stavolta l’ispirazione latita.
Non si partirebbe poi malissimo con l’incedere claudicante e fumoso di “Apparitions”, che fa leva su tempi lenti e spire musicali soffocanti per intorpidire l’ascoltatore: un buon apripista che cede poi il passo a “Cinderland”, uno dei primi singoli estratti. Qui si prova effettivamente a riconiugare alcuni degli elementi di cui sopra, con un occhio di riguardo da una parte all’orecchiabilità e dall’altra ai beat oscuri e sinistri, molto debitori della Witch House. Il brano non decolla però, non ha gli spunti immediati che erano invece presenti in buona parte dell’album precedente, e sebbene ci provi in tutti i modi Thief non riesce a colpire come vorrebbe. Un po’ meglio “Paramnesia”, più carica di groove gothic, ma rimane latente la sensazione che manchi un po’ un filo conduttore, e che si viaggi più per inerzia. Tra divagazioni à-la Nine Inch Nails (segnaliamo a tal proposito “Pneuma Enthusiastikon” che ne pare quasi un tributo riuscito male) e canzoni che cercano in maniera piuttosto incerta di suonare minacciose e al tempo stesso sognanti, Bleed, Memory si avvia verso la fine senza particolari sussulti (se escludiamo forse la title-track e “Dulcinea”), con la sensazione che forse le parti meglio riuscite sono quelle più torbide, pulviscolari e impalpabili, con i ritmi lenti e la melodia votata a spirali avvolgenti e ipnotiche.
Un passo falso per Thief, un lavoro che non convince e che suona stanco e privo di quella verve che scorreva invece copiosa nei lavori precedenti dell’Artista. Peccato, occasione persa, ma ci può stare: l’importante è non aver smarrito definitivamente per strada il buon Dylan Neal, ma questo ce lo sapranno dire solo le sue prossime uscite.
(Prophecy Productions, 2024)
1. Apparitions
2. Cinderland
3. Paramnesia
4. Pneuma Enthusiastikon
5. Prankquean
6. Dead Coyote Dreams
7. Bleed, Memory
8. Dulcinea
9. Behemouth
10. Hexproof
11. Pissing
12. To Whom It May Concern