Quello dei TO DIE ON ICE è un mondo in bianco e nero che guarda al passato. Intimamente connesso all’immaginario di una letteratura noir cui siamo legati ben oltre quello che immaginiamo, il loro album d’esordio Una specie di ferita guarda proprio a quel passato che con la sua presenza ci ricorda l’immanenza del nostro vivere quotidiano, sublimato in una costante negazione del dolore con cui cerchiamo di esorcizzare i nostri demoni. Dal forte impatto concettuale e iconografico, l’album può essere visto come un tributo all’ideale (e per nulla strampalata) ipotetica commistione tra il noir di David Lynch e la letteratura nera statunitense di Ellroy, il tutto condito da una spruzzata di immobilismo alla Jarmusch. Non a caso sono loro stessi ad autodefinirsi come “Lynch Core“, termine che rappresenta al meglio la violenta e morbosa seduzione delle pellicole del maestro statunitense.
TO DIE ON ICE è un progetto all’esordio, ma i Nostri non sono neofiti in ambito musicale. Siamo infatti alle prese con la nuova incarnazione sonora di ex membri di Action Dead Mouse, Ominoacidi e Oracle. Ma TO DIE ON ICE è soprattutto un tentativo di scendere nel torbido delle sensazioni più intimamente legate a quella parte di erotismo che guarda alla pornografia senza vergogna alcuna. Tentativo che si sublima nel momento in cui il disco di prende per mano e ci porta verso quel volutamente disturbante e per certi versi provocatorio feticismo, che sfiora la paranoia allo stato puro, cantato nei brani. A suo modo, quindi, un disco d’avanguardia che cerca di gridare forte la sua voglia di libertà espressiva che esula dai canoni di quello che la società cataloga come “decoro e buon gusto”.
Il disco si caratterizza anche per un approccio minimalista ma che al tempo stesso guarda alla grande profondità sonora. Potremmo definirlo un album di ricerca dilatato, seducente e affascinante, proprio come l’atmosfera di un fumoso locale, nella cui penombra puoi incontrare indistintamente la donna fatale o un killer spietato che attende nell’oscurità. Non c’è modo di sottrarsi alla scelta che il destino ha in serbo per noi. Possiamo solo provare a tamponare una ferita che continua a sanguinare, ascolto dopo ascolto.
(Grandine Records, È Un Brutto Posto Dove Vivere, Non Ti Seguo Records, Weird Side, 2022) 1. #FISTING – COME UNA PALUDE
2. #ANAL – TUTTO QUELLO CHE CI RESTA
3. #CUMSHOT – UN EFFERATO FATTO DI SANGUE
4. #SQUIRT – UNA CITTA’ IN FIAMME
5. #FACIAL – IL TEMPO SPRECATO
6. #THREESOME – LE LABBRA A MORSI
7. #BUKKAKE – LA FORMA ESATTA DELLE NUVOLE
8. #DIRTY TALK – MENTRE MORIVO SOTTO LE LUCI AL NEON DI UNA LAVANDERIA A GETTONI