Dopo aver pubblicato tre dischi e un EP, tra 2017 e 2019, quasi sorprende l’assenza dei canadesi Tomb Mold dal mercato discografico da 3 anni a questa parte (se si esclude il demo Aperture Of Body dello scorso anno). Assenza che, fortunatamente, si interrompe adesso con l’uscita di questo valido The Enduring Spirit che arriva con un bel carico di aspettative e che, immagino, potrà persino deludere qualche fan più oltranzista dei Nostri. Il death metal progressivo e tecnico dei nostri si rifà sì ai grandi nomi del genere del passato (Pestilence anni Novanta, Atheist, Cynic e ovviamente Death soprattutto dell’era Symbolic) e attuali (Demilich e Blood Incantation), ma fa tanto piacere sentire come le enormi capacità tecniche dei tre siano estremamente funzionali alla forma canzone. La batteria di Max Klebanoff (a suo carico anche il cavernoso growl) è presente, precisa e non straborda in virtuosismi, le chitarre di Derrick Vella e Payson Power macinano riff e quando si lanciano in passaggi melodici e jazzati si nota un attento gusto per l’armonia e la cura degli arrangiamenti, per cui ogni nota sta al posto giusto. Nota d’encomio, infine, per il basso, anche questo a carico di Vella, che sottolinea con accenti, legati ed eleganti scale le ritmiche dei sette pezzi che compongono il disco (unica pecca, il volume del quattro corde che tende a scomparire nelle tracce).
L’album si apre con le vorticose rullate di “The Perfect Memory (Phantasm of Aura)”, pezzo dove a influenze quasi slayeriane soprattutto nelle ritmiche si affiancano gli elementi citati prima che contraddistingueranno poi tutto il disco. Struttura simile per “Angelic Fabrications”, che di angelico ha poco essendo un vero assalto sonoro che arriva a sfiorare certe accelerazioni brutal. Bisogna arrivare al terzo pezzo, “Will Of Whispers”, per tirare un attimo il respiro e godersi un’intro jazz/fusion che, però, dopo meno di un minuto, si trasforma in uno spesso muro sonoro di distorsione e growl da cui spiccano il volo raffinati passaggi melodici. Cambi di tempo vertiginosi e salti nel vuoto sono il marchio di fabbrica anche di “Fate’s Tangled Thread” e “Flesh As Armour”. Chi scrive ha apprezzato particolarmente la penultima traccia, “Servants Of Possibility”, forse la canzone più “semplice” e diretta dell’album. La struttura si basa su una una ritmica quasi thrash/hardcore dalla quale poi le sei corde si esibiscono in aperture melodiche e assoli mai fini a se stessi. Il risultato è un death metal “fresco” e innovativo che non nasconde niente delle lezioni dei maestri e delle precedenti uscite ma che prova a dire qualcosa di nuovo aprendosi verso altri lidi. Il disco si chiude con gli undici minuti di “The Enduring Spirit Of Calamity”, un pratico compendio della proposta dei Tomb Mold che vede una lunga suite strumentale centrale con splendide aperture dove nuovamente spicca il gusto per la melodia del trio di Toronto.
Bene ha fatto, quindi, la 20 Buck Spin a rinnovare la fiducia nei Tomb Mold, che tutto sommato ci propongono un lavoro all’altezza delle aspettative. A confronto con la cupezza e al nero denso di proposte come quella dei Blood Incantation qua si intravede qualche sprazzo di luce e l’umile consiglio che mi sento di dare, da appassionato, è di continuare a inserire scelte ritmiche meno complesse (come in “Servants Of Possibility”, ma non solo), in brani in cui l’elevata perizia tecnica rimane al servizio della singola canzone (e magari alzare il basso in fase di mixaggio). Insomma, per chiudere, The Enduring Spirit è un disco per seguaci del genere ma che può stuzzicare la curiosità di ascoltatori meno avvezzi e che crea aspettative per l’esibizione live che sarà di ottima qualità.
(20 Buck Spin, 2023)
1. The Perfect Memory (Phantasm of Aura)
2. Angelic Fabrications
3. Will Of Whispers
4. Fate’s Tangled Thread
5. Flesh As Armour
6. Servants Of Possibility
7. The Enduring Spirit Of Calamity