I francesi Tombouctou sono un trio dall’attitudine molto punk/DIY che esordisce (o almeno si presume, causa scarse informazioni sulla band) con questo Ceiling Coast. Il trio da Lione, partendo da un artwork pungente e poco politically correct, presenta all’incauto ascoltatore un noise rock (con qualche sfumatura leggermente più pesante) che rimanda a quella gloriosa scena degli anni ‘90 nella quale convivevano genuinità e voglia di osare e sperimentare. La band comunque ci ingloba dentro qualche piccola variante per rendere la proposta più dinamica.
Le sei tracce che compongono il disco si basano sul rapporto tra chitarra, batteria e una voce femminile dotata di un’ugola acidissima e psicotica (che ricorda non poco Julie Christmas), ben espressa nell’opener “Headed Body”, dove si contrappone ad una chitarra sghemba che offre rumori assortiti e dissonanze. Nella seguente “Dinner” le melodie presenti si fanno meno malate e più perverse, tracciando un brano più lineare ed immediato con delle ritmiche comunque diversificate. “Nail” e “Wingbeat” aumentano notevolmente in minutaggio (entrambe si assestano quasi sui dieci minuti) mescolando ossessività, psichedelia granitica, sfuriate e rallentamenti in maniera molto equilibrata, riuscendo a non far calare eccessivamente l’attenzione. Le rimanenti “Pedalo” e “Wrong Direction” giocano sul binomio melodia/pesantezza unendo un mood drammatico e a volte depressivo ad intrusioni strumentali schizzate ed allo stesso tempo elaborate.
Una produzione bilanciata unita ad un discreto songwriting rende il prodotto più che buono, non così scontato e dal giusto appeal. Consigliato sicuramente a tutti, in particolare agli appassionati di noise rock/metal.
(Atypeek Music, Carogna Records, 2017)
1. Headed Body
2. Dinner
3. Nail
4. Wingbeat
5. Pedalo
6. Wrong Direction