Giusto per farmi qualche nemico in più, scelgo di aprire la recensione liberando il campo da ogni tipo di equivoco. E lo faccio da ligure purosangue della riviera di levante. Il ponente della mia terra natìa ha ormai il monopolio in ambito musicale sociopolitico, quello che un tempo eravamo soliti definire come “impegnato”. Negli anni, la spinta che negli Ottanta i miei concittadini Fall Out diedero a suon di spallate al sistema, si è andata affievolendo fino al nulla odierno nelle terre che guardano all’Etruria. In contemporanea, nel ponente, nel tratto che da Savona si spinge fino al confine con la Francia, il movimento musicale ha iniziato a crescere e, oggi, 2024, ha dalla propria una leadership incontrastata.
In tutto questo realtà come i sanremesi Uragano non hanno mai smesso di urlare la propria rabbia. Grida che arrivano oggi alla pubblicazione di LP1, album fragoroso costruito intorno ad una personalissima visione di tutto quello che siamo soliti far rientrare nel calderone del post hardcore. Gli Uragano anche in questo disco proseguono nel loro racconto di esistenze consacrate all’alienazione quotidiana, in cui il colore continua ad essere assente, e il nero del domani misto al rosso del sangue sono le uniche declinazioni cromatiche possibili. L’album ha una sua dignità sonora intransigente che incendia immediatamente l’ascolto, portandoci attraverso stanze chiuse in cui i nostri pensieri più reconditi si rincorrono, facendo sempre più rumore. Un disco che ci fa sentire impotenti, condannati a subire le angherie di un mondo che disprezziamo, ma che può – anzi, deve – servire come spinta per rinascere, e dare finalmente del tu alla vita.
LP1 è energia allo stato puro. Urla, sudore e sangue. Tensione e disperazione. Delirio e dolore. Il tutto come se fossimo davvero travolti da un uragano (emotivo). Non è tutto chiaro sin da subito però. Il caos iniziale pian piano svanisce e la melodia, solo temporaneamente recondita, emerge, in modo coinvolgente. Un disco a rilascio lento, di quelli che non smettono di rivelare particolari apparentemente celati, fino a conquistarci in modo totalizzante. Da un punto di vista concettuale l’album racconta il dramma di vivere, contestualizzato al giorno d’oggi. Un quotidiano fatto di alienazione e disagio. Il ritratto perfetto delle mie giornate. “Niente. Io non sono nessuno. Io non sento più niente. Io non sono nessuno.”
(Dischi Decenti, Nontiseguo Records, 1a0, Ripcord Records, Remorse Records, Bus Stop Press, Saltomortale Records, 5feetunder, 2024)
1. INTRO EMO
2. CAPO DANNO
3. PINGUINO
4. INDONESIA
5. DJENT 1
6. DJENT 2
7. NO HYPE
8. ENCORE
9. FINALE