I Varego sono uno degli esempi che dimostrano quanto l’Italia sia competitiva quando davvero lo vuole. Il quartetto di Genova torna in scena con il terzo disco della propria carriera cercando di elevare ulteriormente la propria concezione musicale a base di sludge. Il nuovo I, Prophetic mescola molti elementi che sicuramente richiamano band come Mastodon, Melvins e Voivod ma vengono comunque filtrati in un’ottica più che buona che non finisce nel plagio.
Passata l’intro dai toni dark, “Origin”, si entra subito nel vivo con la meravigliosa “The Abstract Corpse” che mostra un ottimo equilibrio tra chitarre spesse e frastornanti, una sezione ritmica devastante ed una struttura complessa dai toni molto prog. Tutto viene proposto secondo un’idea comunque raffinata dove non c’è mai una violenza fine a sé stessa e ciò si percepisce nel tessuto strumentale sempre sfizioso ed interessante. La titletrack “I Prophetic” pesta duro virando verso il grunge degli Alice In Chains (anche nelle aspre vocals si sente non poco) con un riff decisamente robusto. “Of Dust” incorpora anche lo stoner con un lavoro chitarristico molto fumoso che si fa via via più tosto e sludge presentandosi come traccia d’assalto ma contorta allo stesso tempo facendo vedere che la band non punta esclusivamente alla potenza. Da questo punto in poi si avverte un leggero calo di ispirazione facendo emergere dei risultati altalenanti. Le quadrate (seppur non così banali o statiche) “Silent Giants”, “When the Wolves Howl” con il suo groove non indifferente, e l’episodio meno riuscito del lotto ossia la monotona “Zodiac” fanno un po’ da contrasto alla complessità della prima parte dell’album però dopo qualche ascolto perdono il loro potenziale perdendosi in un vicolo cieco. Fortunatamente la cerebrale e psichedelica “Duelist” riporta la qualità su livelli più alti stuzzicando i padiglioni auricolari dell’ascoltatore.
La tecnica è sicuramente alta, ispirazione lo è altrettanto, però ci sarebbe voluto più coraggio per ottenere un disco davvero formidabile. L’acquisto è sicuramente consigliato nonostante i piccoli difetti.
(Argonauta Records, 2019)
1. Origin
2. The Abstract Corpse
3. I Prophetic
4. Of Dust
5. Silent Giants
6. When the Wolves Howl
7. Duelist
8. Zodiac