Attivi sin dal 2018 i russi (da San Pietroburgo) Varhara provano adesso ad affacciarsi un po’ più a ovest con il loro nuovo lavoro, Пустоцвет (Voidflower). Il disco era già stato reso disponibile alcuni mesi fa dall’etichetta russa Slowsnow Records, questa estate invece la These Hands Melt lo ripubblicherà e lo distribuirà in maniera più capillare. Il quartetto è fautore di un post-black metal che a tratti pare ispirarsi a quello dei connazionali Olhava e Somn, anche se nel caso dei Nostri la componente più marcatamente “post-” è assai accentuata, con aperture alle progressioni del post-metal e alle dinamiche del post-hardcore. Ne otteniamo una miscela abbastanza piacevole e variegata, che beneficiando anche di un continuo e ondivago alternarsi di atmosfere (ora più cupe e tendenti al doom/gothic, ora più ariose grazie a chitarre più aperte e melodiche) riesce in qualche modo a far emergere dalla massa la proposta dei Varhara. Echi di Redwood Hill (per il lato più black metal) e di The Elijah (per il versante più orientato verso il post-hc) si alternano nelle strutture dei sei brani presenti in Voidflower, anche se non sempre l’incisività è allo stesso livello.
A momenti oggettivamente incalzanti e coinvolgenti come “Ветер (Wind)”, “Воск (Wax)” e “Титан (Titan)” se ne alternano altri che non riescono a lasciare il segno nello stesso modo, e la motivazione va probabilmente ricercata in strutture che alla lunga diventano troppo simile da canzone a canzone. L’alternanza vuoto-pieno e addirittura certe melodie rendono alcuni brani un po’ prevedibili e quindi meno incisivi, anche se va detto che non si tratta di qualcosa che penalizza l’ascolto finale, semplicemente fa calare un po’ il livello di coinvolgimento nell’ascoltatore.
I Varhara non sono assolutamente da bocciare e Пустоцвет (Voidflower) è un lavoro che vi consigliamo di tenere presente se siete amanti delle sonorità sopra descritte. Non farà gridare al miracolo magari, ma di sicuro alla fine dell’esperienza vi avrà lasciato qualcosa che vi invoglierà nuovamente a riascoltarlo. Si tratta di una band da tenere d’occhio però, soprattutto se in futuro questi ragazzi riusciranno a rendere la loro proposta un po’ più variegata in termini di scrittura, uscendo così da strutture da loro stessi usate e sviluppate.
(These Hands Melt, 2023)
1. Ветер (Wind)
2. Воск (Wax)
3. Дезинсектор (Exterminator)
4. Фантом (Phantom)
5. Аврора (Aurora)
6. Титан (Titan)