Il primo singolo che i Venus Principle avevano fatto circolare alcuni mesi fa, “Rebel Drones”, lasciava presagire qualcosa di importante, e per fortuna il debutto della band anglo-svedese ha ampiamente confermato le aspettative: Stand in your Light è un delicatissimo e sofisticato album di progressive rock che flirta con atmosfere dark, folk acustico e alternative. Ma andiamo con ordine.
I Nostri nascono dall’unione di alcuni (ex) membri dei Crippled Black Phoenix, At the Gates, Ison, Tacoma Narrows Bridge Disaster e Louise Lemòn: la formazione completa vede Daniel Änghede (voce e chitarre), Daisy Chapman (voce e piano), Jonas Stålhammar (chitarre e tastiere), Mark Furnevall (voce e tastiere), Ben Wilsker (batteria) e Pontus Blom (basso). Gente di esperienza, che ha saputo portare il proprio bagaglio tecnico e umano in questa nuova interessante avventura. I riferimenti musicali possono essere rintracciati nei già citati Crippled Black Phoenix, negli Anathema nei primi Duemila, nei primi Antimatter, nei Gathering (sommariamente da Nighttime Birds a Home) e nella grande epopea del progressive britannico con particolare riferimento ai Pink Floyd di The Wall, A Momentary Lapse of Reason e The Division Bell. Ci muoviamo quindi su territori sofisticati, eleganti, ma ben lontani dall’essere inavvicinabili o troppo intellettualoidi. Le atmosfere sono sempre tendenti al grigio, un cielo nuvoloso ma che spesso viene squarciato da raggi di sole di breve durata magari, ma di notevole intensità.
Pochissimi i punti deboli di questo lavoro, che vive principalmente di emozioni, intensità e pathos, con melodie trascinanti ad opera delle chitarre e delle tastiere, tutte immense nell’intessere partiture profonde e ricche di pathos. Si contendono la parte del leone con la prova vocale di Daniel e Daisy: un cantato sempre pulito, etereo e coinvolgente, che sa toccare vette altissime quando si unisce al sopracitato lavoro della sezione melodica. Basso e batteria da par loro costruiscono i mattoni grazie ai quali i Venus Principle innalzano i loro drappi e ammantano le loro tele pittoriche: mai fuori posto, solidi e precisi, potenti quando serve e mai in secondo piano. Abbiamo citato “Rebel Drones”, pezzo in apertura e primo singolo, nonché tra le canzoni più rappresentative del lotto: ascoltatela con gli occhi chiusi, e non tarderete a provare dei brividi lungo la schiena quando si innalzerà il chorus maestoso e coinvolgente che anima tutto il brano… Brividi che si ripeteranno anche con la parentesi acustica di grandissima atmosfera, brumosa e nebbiosa, che potrebbe far scendere qualche lacrimuccia agli ascoltatori più sensibili. Le influenze provenienti principalmente dai Crippled Black Phoenix e dagli Anathema sono indubbiamente forti in questo pezzo così come in molti altri, ma attenzione anche ai Pink Floyd: l’esplosione delle tastiere intorno alla metà di “Days of Summer”, o le chitarre “gilmouriane” di “Shut it Down” non mancheranno di portarvi alla mente la band di Cambridge. Ma si tratta di echi, di piacevoli riverberi, di omaggi se vogliamo: la proposta dei Nostri è eterogenea ma allo stesso tempo eccezionalmente coesa, i Venus Principle sin dal loro debutto hanno saputo cristallizzare e mettere in musica delle intuizioni e delle emozioni personali, che possono già essere considerate come caratterizzanti e proprie del loro suono.
Non possiamo far altro che consigliare caldamente l’ascolto di Stand In Your Light, un disco in grado di soddisfare i palati più diversificati, e di lasciare con un piacevole senso di ombrosa e consolatoria malinconia, un lavoro che sarebbe stato perfetto se fosse uscito in autunno viste le sue atmosfere umbratili e crepuscolari, ma comunque dotato di una forza tale da lasciarsi apprezzare appieno anche quando fuori ci sono quaranta gradi.
(Prophecy Productions, 2022)
1. Rebel Drones
2. Barricades
3. All These Words
4. Days Of Summer
5. The Lord He Giveth And He Taketh Away
6. Shut It Down
7. Kindle The Fire
8. Drag Nets
9. Sanctuary
10. The Haunting
11. Stand In Your Light