Dietro il curioso e difficilmente pronunciabile moniker Vi Som Älskade Varandra Så Mycket – altro non è che una traduzione dell’italianissimo C’eravamo tanto amati – si cela un sestetto svedese che ha, evidentemente, molto da recriminare alla vita e propone un misto di post-hardcore, screamo e post-rock a prova di cardiopatici. D’altronde cos’altro aspettarsi da una band che ha esordito con un album dal titolo Den sorgligaste musiken i världen (“La musica più triste del mondo”)?
Ironia a parte, l’esordio del combo di Stoccolma, forse passato un po’ in sordina se non per i fan più tenaci del genere, è veramente un gran disco che si distingue per soluzioni non comuni, un cantato in lingua madre molto espressivo, e ovviamente un livello schiacciante di disperazione. Da qui riparte la band a cinque anni di distanza, con il nuovo Det Onda. Det Goda. Det Vackra. Det Fula. uscito a fine novembre per Moment Of Collapse e Zegema Beach Records.
Cinque anni non sono pochi, e se in questo caso non hanno apportato chissà quale innovazione allo stile dei Nostri – invero già abbastanza personale di per sé – traspaiono da ogni piega di questa nuova uscita per quanto concerne la maturità dell’approccio compositivo. Le carte in gioco restano le stesse: chitarre imperiose e votate alla grandeur epica, figlie del migliore post-rock; melodie di facile presa ma mai scontate; vocals disperate quantomai lontane da certo liricismo spicciolo. Oggi però i VSÄVSM riescono a plasmare al meglio questa tristissima creatura multiforme, grazie a una scrittura più diretta, momenti più abrasivi e meno lungaggini. Nonostante un timing complessivo (44 minuti) comunque non breve per i canoni del genere, infatti, l’ascolto fila liscio, è scorrevole e leggero, specie in relazione alla pesante emotività della materia trattata.
Sul finire l’attenzione può vacillare, sì, ma più per via della posizione dei brani nella tracklist che per qualche effettiva défaillance. La band infatti spara le sue cartucce migliori fra le prime posizioni, aprendo con la tragica e bellissima “Kärleken är död” – “L’amore è morto”, ma il testo è ben più positivo di quanto si possa credere – con un riffing che è un baratro, e un ritornello encomiabile votato al sing-along, stramba fonetica svedese permettendo. Continua poi con l’oscura “Men livet går vidare” e poi “Sioux City” che spicca per trovate melodiche del tutto poco convenzionali, fino a una “Hjärtats förlorade slag” che è un tuffo al cuore, tra gli apici emotivi di tutto l’album. La seconda metà della tracklist, come dicevamo su, appare marginalmente più debole (malgrado non sia avida di grandi momenti, come “Ensamhet urholkar själen”), ma nulla che possa intaccare la riuscita di quello che, anche dopo ripetuti ascolti, si configura come un disco di primissimo livello nel genere di riferimento.
E, anche dopo ripetuti ascolti, come del resto era già successo con l’album d’esordio, i Vi Som Älskade Varandra Så Mycket continuano a stupire per il talento e la cura riversati in fase di composizione, la puntualità dell’urgenza espressiva che si tramuta in suono, la ricerca di una via allo screamo/post-hc che sia tutta loro. Sarà per questa patina gelida tipicamente scandinava che riveste la loro musica e la de-colora, proponendo nuove sfumature. Sarà per il cantato in svedese, lingua interessantissima da riscoprire in questo contesto, e che svela un potenziale ben maggiore del prevedibile. Sarà che, giustamente, sono incazzati e delusi dall’esistenza e vogliono a tutti i costi sbattercelo in faccia.
(Moment Of Collapse Records, Zegema Beach Records, 2019)
1. Kärleken är död
2. Men livet går vidare
3. Sioux City
4. Hjärtats förlorade slag
5. Kontakt
6. Dumskallarnas sammansvärjning
7. Ensamhet urholkar själen
8. Vilse i pannkakan