1. Obey
2. Conspirancies
3. 34
4. Bloody Grail
5. Prayers
Gli A Virgin Burial sono una band riminese risorta dalle proprie ceneri nel 2012, che dopo una pausa di quasi tre anni tornano con questo EP autoprodotto dal titolo Conspirancies. Sembra che i romagnoli vogliano da subito far capire che non sono l’ennesima band metalcore uguale alle altre, a sentire questo disco di chiara matrice death-core svedese che potrebbe essere un buon biglietto da proporre a molte etichette europee. Si tratta, come detto, di un death melodico in stile The Haunted/Carnifex brutale e potente.
Il disco parte con un potente blastbeat (ingrediente principale del disco) ed un classico riff di stampo scandinavo, giusto per far capire che “Obey” non è la solita canzoncina commerciale “strappa mutande”. La titletrack si sposta più sullo stile hardcore, grazie a cori imponenti e armonizzazioni di chitarra che accompagnano i riff sempre potenti di Fla. Una cosa che stona leggermente è la qualità della registrazione, buona ma non eccellente: si sente, purtroppo, che dietro questo album non c’è un budget all’altezza. Un vero peccato visto che i pezzi sembrano sempre più interessanti man mano si va avanti con l’ascolto. Il terzo brano è “34”, del quale è stato girato un video ufficiale passato sul canale You Tube “Harcore Worldwide” con più di 12.500 visualizzazioni. Questo brano è sempre sullo stile Burial, tirato, potente, veloce e cadenzato, come del resto tutti gli altri brani di questo EP. “Bloody Grail” è, a mio avviso, il miglior brano del disco, completo in tutte le sue parti, grazie ad una bilanciata miscela “metal-brutal-blast-core”. L’EP si conclude con “Prayers”, brano celere ed intenso anche se, arrivati a questo punto, forse troppo in linea con i precedenti.
Se dovessi fare una critica direi che le cinque tracce di questo Conspirancies sono leggermente monotematiche, c’è poca variazione di riff e di groove tra un brano e l’altro ma comunque il tutto risulta costantemente piacevole all’ascolto. Essendo un EP questa monotonia è accettabile, ma cercherei di variare lievemente i futuri brani in modo da non dare l’impressione che suonino tutti uguali. Un EP di cinque brani non può certo avere un peso specifico tanto consistente, tuttavia rinnovo i complimenti a Bizzo, Fla, Mike Rezz ed Edo che hanno saputo ridar vita ad un progetto che merita di aver tutta la considerazione da parte degli amanti del genere.
6.5