Pare che con il metal si possa parlare di tutto. Dalla micologia alla mitologia, passando per botanica e videogame, la musica estrema ha attinto nel tempo da una gamma enorme di possibili tematiche, spesso influenza diretta del suono e dell’estetica di un progetto nella sua interezza. Tra queste, sebbene i soggetti storici siano tra i più abusati, pare che la storia russa (e sovietica) non abbia mai costituito materia di interesse, probabilmente a causa di una simultanea vicinanza e lontananza: la prima temporale – i risvolti sociali e politici tangono fin troppo la nostra contemporaneità – e la seconda geografica e culturale, che ha portato spesso a considerare la Russia come un grande recinto chiuso, affascinante ma impermeabile. A questa mancanza hanno sopperito in maniera convincente, in passato, i nostrani Dark Lunacy; a loro si accodano oggi, con stile e immaginario differenti, i Voland. Il duo bergamasco, formato da membri dei Varatrum, aveva pubblicato un EP di debutto omonimo nel 2008, facendo poi perdere ogni traccia di sé, salvo che per una versione rimasterizzata del medesimo lavoro (2014). A distanza di nove anni arriva un nuovo EP, intitolato semplicemente Voland 2. Pubblicato in prima battuta a fine 2017 in occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre, a cui è dedicato, è stato stampato ad agosto 2018 dalle label italiane Masked Dead Records (mini-CD) e Xenoglossy Productions (cassette) e, nonostante la breve durata, presenta un progetto dalla forte identità e con le idee molto chiare.
Se sulla carta, infatti, i Voland suonano epic/symphonic black metal, l’ascolto palesa un suono che sì, contiene diversi rimandi a quello stile pomposo e magniloquente, ma in maniera del tutto personale. La sontuosità su cui fa forza il duo non è una pacchianata artificiale, ma un’attenta ripresa degli stilemi della musica sinfonica rivoluzionaria, la quale accompagna la narrazione del concept dell’EP. Il comparto estetico, con una copertina che richiama El Lissitzky, artista dell’avanguardia costruttivista russa, e quello lirico, debitore di Majakovskij (“1917”) e della tradizione popolare (“Dubina”), completano il cerchio di influenze, richiami, riferimenti artistici del progetto, che non solo proiettano l’ascoltatore nell’argomento, ma da soli valgono almeno metà dell’esperienza di Voland 2. L’ascolto fa il resto, ma anche in questo caso la band pare sicura dei propri mezzi, aprendo il lavoro con una riuscita e orecchiabile “1917”, impreziosita da un cantato pulito particolare e intrigante, che alterna l’inno bellico (in lingua italiana) alla declamazione poetica (in russo), e un growl/scream forse non ineccepibile dal punto di vista tecnico, ma ben interpretato. Con “Ottobre” l’atmosfera si fa sofferta, la grandeur sinfonica assume un tono drammatico e il comparto metallico diviene più sostenuto. Sulla stessa falsariga si pone “Dubina”, che attinge da brani della tradizione – “Дубинушка” (“Dubinuška”) e la tedesca “Der heimliche Aufmarsch” – per un risultato ancora più pertinente, sia sul piano musicale che su quello culturale, in un brano pregno di enfasi che, seguito solo da un outro, conclude l’EP.
Il minutaggio complessivo di Voland 2 supera di poco i venti minuti, eppure i contenuti sono così validi ed espressi in maniera così pregante da costituire un’esperienza completa, senz’altro degna di un full length. Certo, bisognerà capire se e come il progetto sarà capace di evolversi e quanto in là si possa spingere senza divenire ridondante, ma al momento non possiamo che apprezzare l’operato di una band che si è dimostrata capace di affrontare con gusto, rispetto ed equilibrio un tema quasi inedito e per certi versi scottante, risultando inoltre del tutto estranea a ogni catalogazione e compartimento. Speriamo che non si tratti di un exploit temporaneo, e che non sia necessario attendere altri nove anni per un ipotetico Voland 3, non solo per la curiosità destata dal lavoro, ma anche perché la produzione come affermazione artistica è importante e imperitura. I manoscritti non bruciano, e la band dovrebbe saperlo bene. Молодцы!
(Masked Dead Records, Xenoglossy Productions, 2018)
1. 1917
2. Ottobre
3. Dubina
4. Outro