Se dovessimo stilare un elenco di quelle band che, pur suonando musica heavy, possono essere annoverate nel reale circuito mainstream, un posto andrebbe senza dubbio riservato ai Volbeat. Alle nostre latitudini saremmo portati a pensare diversamente, dato che nel Belpaese i danesi non hanno mai riscontrato un gran successo, e sono spesso ricordati solo per alcune fortunate aperture ai Metallica. Sul mercato europeo però, soprattutto in Scandinavia, i Nostri sono già considerati dei classici moderni, essendo stati capaci di scalare le vette delle classifiche di vendita ad ogni uscita e di inserirsi, appunto, in pieno circuito mainstream. È chiaro che al successo si possa arrivare grazie a tante inferenze circostanziali, tra cui il sano colpo di fortuna, ma non c’è dubbio che una carta importante, in questo senso, l’abbia giocata l’idea alla base del progetto. La giustapposizione di un muscolare groove/thrash metal a linee vocali e melodiche rockabilly è stata un colpo di genio da parte del frontman e mastermind Michael Poulsen, nonostante negli anni il cosa sia stato offuscato da un come non sempre all’altezza. Questo Seal The Deal & Let’s Boogie, con il quale la band arriva al sesto capitolo della propria discografia e festeggia i quindici anni di attività, è proprio la dimostrazione di un come sotto la media.
Sin dalle prime note predomina la sensazione che i Volbeat siano ormai portatori sani della sindrome-AC/DC. Da circa quattro album a questa parte, infatti, sembra che la band si sia adagiata sugli allori e non riesca ad uscire dal recinto in cui si è limitata. I brani, a partire dall’opener “The Devil’s Bleeding Crown” sono formalmente inattaccabili: ideati e suonati bene, prodotti meglio, con la voce di Poulsen a farla da padrone – singolare e sopra le righe come sempre, ma dalla qualità e unicità strabilianti. Il punto debole, tuttavia sta nella prevedibilità e nella ripetitività di schemi e situazioni, che fa il paio con un sound più morbido che in passato, e dunque snaturato. Le prime due uscite targate Volbeat, The Strength / The Sound / The Songs (2005) e Rock the Rebel / Metal the Devil (2007), sono – e probabilmente resteranno – i lavori migliori della band proprio perché in esse il contrasto tra riff voluminosi e corpulenti e vocals vintage era palpabile e affascinante. Oggi la dicotomia fra le due anime del combo danese si è affievolita. Non troviamo né la personalità delle atmosfere rétro da bar americano anni ’50, né le dinamiche schiacciasassi di tanti brani della prima era, su tutti “Rebel Monster”. Non bastano ritornelli più che azzeccati (“The Bliss”, in particolar modo nella versione in danese “For Evigt”), parentesi southern (“Battleship Chains”), divertenti hard boogie (“Seal The Deal”) e l’apporto chitarristico di Rob Caggiano (ex-Anthrax) per risollevare le sorti di un album che appare riuscito a metà. Anche a causa di un minutaggio elevato per il genere proposto (tredici brani per oltre cinquanta minuti) e di qualche filler, Seal The Deal & Let’s Boogie è uno di quei dischi che intrattengono piacevolmente, ma che a fatica inseriresti una seconda volta nel lettore.
Tirando le somme, siamo di fronte ad un lavoro che definiremmo pop metal, senza pretese ma di qualità. È evidente che venga a mancare il vigore e la freschezza degli esordi, ma si tratta in ogni caso di un album suonato da una band con piena coscienza delle proprie capacità e dall’esperienza non sottovalutabile. Per quanto riguarda i contenuti, è lo stesso titolo ad essere eloquente circa le intenzioni dei danesi: una sorta di “piacere” dopo il “dovere”. L’ascoltatore che cerca un prodotto semplice e diretto avrà pane per i suoi denti, chi ha bisogno di qualcosa di più profondo dovrà senza dubbio passare oltre.
(Universal, 2016)
01. The Devil’s Bleeding Crown
02. Marie Laveau
03. The Bliss
04. The Gates Of Babylon
05. Let It Burn
06. Black Rose
07. Rebound (Teenage Bottlerocket cover)
08. Mary Jane Kelly
09. Goodbye Forever
10. Seal The Deal
11. Battleship Chains (Georgia Satellites cover)
12. You Will Know
13. The Loa’s Crossroad