Love Metal: ne avete mai sentito parlare? Se non vi dice nulla molto probabilmente non vi siete mai imbattuti negli HIM, band finlandese nata nella prima metà degli anni Novanta e balzata agli onori della cronaca soltanto negli anni Duemila, che sono di fatto quelli nei quali la loro stella ha brillato in maniera più evidente. Capitanati dal fascinoso Ville Valo i Nostri si sono sempre dedicati a un gothic rock/metal ombroso certo, ma dalle tematiche romantiche e piacione, genere che in quegli anni riscuoteva molto successo soprattutto nel Nord Europa, che ne è sempre stata un po’ la patria. Le sonorità del gruppo erano infatti affini a quelle dei Sentenced più melodici, dei To/Die/For, degli Entwine, dei The 69 Eyes meno caciaroni… E chi più ne ha più ne metta. Gli HIM avevano però un asso nella manica, il sopra citato Ville, cantante carismatico indubbiamente dotato di una bellissima voce e di una presenza scenica che mandava in brodo di giuggiole le fan del gruppo. Dopo otto album e alcune raccolte i finnici hanno deciso di sciogliersi nel 2017, ma il cantante non è restato con le mani in mano, ed eccolo qui in questo inizio 2023 con il suo progetto solista, VV, e il suo debutto Neon Noir. Che, ve lo diciamo, riprende esattamente le coordinate degli HIM, al punto che potremmo tranquillamente considerarlo un nuovo capitolo del gruppo.
Il marchio di fabbrica di Ville è ben impresso in ognuno dei pezzi che compongono il disco, la sua voce è rimasta pressoché identica così come il suo approccio alla materia (per fortuna però ha messo da parte alcuni dei suoi stucchevoli singhiozzi): da un punto di vista strumentale i suoni si sono andati alleggerendo, il metal (per il poco che era rimasto negli HIM) è ancora meno presente, sostituito da un rock energico, immancabilmente cupo, che si concede sovente qualche rallentamento malinconico e melenso… Insomma, il Love Metal, seppur più sfumato, è ancora vivo e vegeto. Non c’è stata volontà da parte del cantante di modificare molto le carte in tavola quindi, e alla fine per un conoscitore o per fan degli HIM ascoltare Neon Noir è come rivedere un vecchio amico dopo molti anni: “Run Away From the Sun” è una “The Funeral of Hearts” 2.0, basta sentire l’incipit e come è strutturato il pezzo per sentirsi immediatamente a casa. Preceduta da una vivace “Echolocate Your Love”, alla quale è stato dato il compito di aprire il lavoro, la seconda traccia è solo una dei tanti punti di contatto tra VV e il passato del cantante, che (per fortuna diciamo noi, visto come sono cambiati i tempi) riaffiora solo a sprazzi, come sfumature più scure di un disco in linea di massima più solare e arioso rispetto a quanto fatto con la band madre. È rimasto intatto l’approccio più catchy che era stato intrapreso nelle ultime produzioni, ma si sono allo stesso tempo alleggeriti i toni: il Nostro ha capito forse che gli anni avanzano per tutti e che certe sonorità (e certi approcci con il pubblico) adesso potrebbero non avere lo stesso risultato.
Neon Noir è un disco onesto composto da un artista che, al netto di opinioni strettamente personali e da fan nostalgico, un po’ ci mancava. E pazienza se l’operazione di VV è tendente al “fanservice”, abbiamo lo stesso dei pezzi accattivanti e che funzionano: ne sono esempi la title-track, “The Foreverlost”, “Salute the Sanguine” e “Vertigo Eyes”, brano che va a chiudere l’album dopo alcune canzoni, nella seconda metà, forse un po’ più deboli ed incerte. Bentornato caro Ville Valo, di certo non ci hai consegnato un capolavoro che resterà scolpito nella storia del gothic, ma il tuo Neon Noir è di fatto una macchina del tempo che ci trasporta dritti dritti agli anni Duemila, e per i nostalgici come il sottoscritto si tratta di un aspetto assolutamente positivo e da non trascurare.
(Heartagram Records, 2023)
1. Echolocate Your Love
2. Run Away From the Sun
3. Neon Noir
4. Loveletting
5. The Foreverlost
6. Baby Lacrimarium
7. Salute the Sanguine
8. In Trenodia
9. Heartful of Ghosts
10. Saturnine Saturnalia
11. Zener Solitaire
12. Vertigo Eyes