Unter bronzenen Kronen è il nuovo EP dei tedeschi Waldgeflüster. Estremamente prolifici, i Nostri pubblicano questo lavoro con l’obbiettivo di tradurre in musica le esperienze sensoriali e la magia dell’autunno. Per fare ciò hanno scelto di coverizzare due brani, di riarrangiarne uno presente in un loro vecchio album e di includere una nuova canzone. Abbiamo tra le mani quasi mezz’ora di buon black metal atmosferico, canzoni alla fine piacevoli ma nel complesso non particolarmente rilevanti se confrontati con la discografia dei Nostri, soprattutto quella più recente.
La title-track, posta in apertura, parte con un riffing “à-la Katatonia” per poi evolvere rapidamente nel tipico sound dei Waldgeflüster, quel black metal atmosferico malinconico e sanguigno, quasi “cascadiano”, se vogliamo, nel modo con il quale riesce a veicolare alla mente immagini di natura incontaminata e vaste foreste. Nulla di nuovo sotto il sole, anche e soprattutto guardando alle ultime produzioni in casa dei bavaresi, ciò nonostante il pezzo si lascia ascoltare con piacere caratterizzandosi come un buon inedito e, alla fine, come uno dei migliori brani dell’EP. La successiva “The Pit” è una rilettura in chiave Waldgeflüster di un brano squisitamente folk di Panopticon. La cover dei tedeschi riesce a mantenere le stesse sensazioni dell’originale, fornendone una reinterpretazione valida e assai convincente nonostante il pezzo di Austin Lunn sia stato inserito in una cornice musicale bel lontana da quella per la quale era stato concepito. Con “Herbst befiel das Land MMXXIII” i Nostri vanno a ripulire e riproporre un loro componimento del 2009. L’originale aveva un sapore nordico, tipicamente da black metal nordeuropeo, un feeling che era riscontrabile sin dalla produzione sporca e abrasiva. In questa riedizione i Waldgeflüster hanno modificato alcuni approcci vocali e rimesso pesante mano alle atmosfere che in questo caso si avvicinano moltissimo a certe cose degli americani Agalloch (con i quali i Nostri hanno in effetti molti punti in comune, soprattutto considerando le loro ultime uscite). Alla fine “Herbst befiel das Land MMXXIII” esce vittorioso da questa opera di pulizia e riproposizione in chiave attuale, e seppur non emozionando in maniera particolare porta a casa il risultato in maniera più che degna. Arriviamo infine a “Black Flies”, brano del cantautore folk rock britannico Ben Howard. La cover dei Waldgeflüster perde molto dell’intensità emotiva che riusciva invece a trasmettere l’originale, che si muoveva in territori non lontani dal Damien Rice più ispirato, riconducendo la canzone ad un “semplice” pezzo black metal seppur atmosferico, seppur con tempi rallentati e con grossi innesti in clean. I tedeschi hanno forse osato troppo snaturando di fatto il tutto: il risultato è una cover che, diversamente da quanto successo per quella di “The Pit”, scorre via senza lasciare molto e va a chiudere un po’ in sordina l’EP.
Alla fine dell’ascolto cosa ci rimane di Unter bronzenen Kronen? Un po’ poco ad essere sinceri. Sì, ci sono arrivate alcune immagini autunnali e certe vibrazioni malinconiche che solo questa bellissima stagione sa dare, ma se volessimo consigliare dischi che incarnano in maniera più calzante questo periodo dell’anno andremmo sicuramente a pescare altrove: pensiamo ad esempio agli Agalloch, ai Drudkh, a Panopticon e agli Ashbringer, questi solo per restare in ambito strettamente black metal. L’EP è un ascolto consigliato ai fan dei Waldgeflüster e in generale a tutti gli ascoltatori di black metal atmosferico e malinconico, un lavoro senza dubbio più che sufficiente, ma alla lunga forse trascurabile.
(AOP Records, 2023)
1. Unter bronzenen Kronen
2. The Pit
3. Herbst befiel das Land MMXXIII
4. Black Flies