Non è assolutamente facile approcciarsi alla nuova fatica dei Windfaerer. Con il loro ultimo lavoro Breaths of Elder Dawns i Nostri hanno tentato ulteriormente di forzare i confini del black metal atmosferico dalle forti tinte folk. Scriviamo “ulteriormente” perché la proposta degli americani è sempre stata sopra le righe, ma stavolta siamo di fronte al loro lavoro più complesso ed articolato.
La componente folk abbinata al black metal è sempre presente ed innegabilmente è la spina dorsale di questo lavoro, arricchita da parentesi e orpelli sinfonici che aggiungono un tocco quasi barocco alle composizioni. Infine il lavoro è caratterizzato da un taglio incredibilmente moderno dei suoni, sia nella produzione che in svariati inserti chitarristici e assoli, che portano alla mente addirittura il metalcore più elaborato e melodico (Trivium) o certe cose che rasentano il power più tecnico e veloce. Le sonorità che ne scaturiscono sono quindi caratterizzate da un piglio melodico e potente, coinvolgente sia quando le ritmiche si fanno serrate ed i riff si accavallano gli uni sugli altri a cascata, sia quando i tempi si dilatano per dare spazio a melodie evocative e dal sapore malinconico. In questo ultimo frangente i Nostri si fanno forse apprezzare di più: rallentando i tempi danno modo all’ascoltatore novizio di fare sua ogni nota, di distillare pienamente ogni cambio di atmosfera riuscendo così ad addentrarsi nel loro mondo. Metaforicamente parlando l’effetto è quello di osservare un mare in tempesta dall’alto di una scogliera anziché trovarsi direttamente in mezzo alle onde: se ne percepisce la forza, ma si riesce ancora a valutare lucidamente l’impatto che questo può avere su di noi, prima di capire se sia il caso o meno di buttarsi e lasciarsi andare ai flutti.
Questa complessità a livello compositivo si traduce in un ascolto non facile, soprattutto se non si è avvezzi alla proposta dei Nostri. Certi pezzi possono dare emozioni contrastanti, risultando a tratti incredibilmente accattivanti ed epici, salvo poi dare la sensazione, poco dopo, di essere confusi e di voler mettere troppa carne al fuoco. Una volta riusciti a superare questo scoglio ci si rende però facilmente conto della qualità di questo Breaths of Elder Dawns, e i successivi ascolti risultano via via più agevoli e piacevoli.
In conclusione, come valutiamo l’ultima uscita in casa Windfaerer? Un disco di qualità senza dubbio, ma dal difficile approccio, sia a livello meramente strutturale, con pezzi dalle molteplici sfaccettature, sia a livello compositivo e musicale, con un’alternanza di stili tirati in ballo che può far storcere il naso. I Nostri, come detto in apertura, si sono spinti oltre i generi, mischiando le carte e confezionando un prodotto che fa molta leva sulle sue capacità di coinvolgere e travolgere l’ascoltatore. Le incertezze su questa proposta personalmente rimangono, non si tratta certo di un ascolto da sottofondo o subito comprensibile, ma sicuramente sa essere soddisfacente una volta che se ne ottiene la giusta chiave interpretativa. I Nostri hanno probabilmente individuato la loro formula vincente, il problema sarà ripetersi senza strafare, mantenendo degli equilibri che, per adesso, sono ben stabili.
(Avantgarde Music, 2021)
1. Oxalá
2. Depletion
3. A Forbidden Path
4. Into The Mist
5. Astral Tears
6. Starcrossed
7. Orchard
8. Longing To Ascend
9. Entombed In Glacial Waves