“L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”; se Gotthold Ephraim Lessing aveva ragione, allora l’attesa per il nuovo album dei Wolves In The Throne Room è stato un piacere lungo 4 anni, durante i quali il mondo ha attraversato fasi che rimarranno indelebili nella memoria collettiva. A quasi due decenni dall’inizio del loro cammino, i WITTR riemergono dalla foresta con Primordial Arcana, pubblicato il 20 agosto da Relapse Records per Stati Uniti e Canada (debutto per i Nostri con l’ultraproduttiva etichetta di Philadelphia, Pennsylvania) e Century Media per il resto del globo e per la prima volta hanno deciso di lavorare autonomamente nel processo produttivo dell’album; i fratelli Aaron e Nathan Weaver, insieme al chitarrista Kody Keyworth (per la prima volta partecipe fin dall’inizio nel processo di scrittura dei brani), si sono occupati anche di registrazione, produzione e missaggio presso i propri Owl Lodge Studios, nel bel mezzo dei boschi dello Stato di Washington, e pare aver funzionato alla grande.
Primordial Arcana è senza ombra di dubbio il loro album più maestoso di sempre, con atmosfere epiche e grandiose, enfatizzate dal sapiente utilizzo dei synth, che beneficia sicuramente della padronanza sul controllo creativo, alzando ulteriormente l’asticella della qualità rispetto al precedente Thrice Woven; in questo disco è riduttivo parlare solo di black metal atmosferico, componente comunque molto presente nelle composizioni, in quanto gli stilemi del genere vengono qui inglobati in qualcosa di più grande, un’immensa opera di nera arte, come mai è stata concepita dai padrini del Cascadian black metal. L’album si apre con “Mountain Magick”, invocazione musicale degli spiriti delle foreste e delle montagne, brano dal tono maestoso e solenne che si divide tra velocità e mid-tempo, con melodie di chitarra che si innalzano trionfanti verso il cielo, mantenendo una freddezza e una nitidezza di livello altissimo, fungendo da punto di ingresso nel mondo della magia (il video del brano è stato il primo pubblicato dalla band a supporto del disco); la seconda traccia, “Spirit Of Lightning” unisce il gusto folk tanto caro alla corrente Cascadian con melodie malinconiche di chitarra, in una canzone che la band ha scritto come omaggio alla comunità del metal e alla fratellanza che vige al suo interno; sia che i tempi siano lenti o che si tratti di vere e proprie sfuriate in blast beat, il pathos del brano rimane comunque alto e intriso di poetica epicità. Il terzo brano dell’album è “Through Eternal Fields”, lento e cadenzato, dall’approccio prettamente metal e diretto, come mai sono stati i WITTR, che raggiunge velocità folli ed infine sfocia in un finale maestoso con synth e cori melodici; “Primal Chasm (Gift Of Fire)”, introdotta dal suono di un corno, riprende l’approccio diretto della precedente. Questo brano è una creazione di Kody, la sua personale visione onirica della creazione, di interazione tra poli opposti e il caos da cui nasce la vita e in alcuni frangenti si sente l’influenza funeral doom del chitarrista, in un’alternanza di mid-tempo e accelerazioni con il solito livello di maestosità che si respira per tutto l’album. La quinta traccia è “Underworld Aurora”, dall’intro quasi synth-pop e viaggiante su coordinate atmosferiche più affini ai lavori precedenti della band ed inesorabile nei suoi 7 minuti e mezzo, accompagnandoci fin dentro le foreste del Nord-Ovest, a stretto contatto con le entità primordiali. La successiva “Masters Of Rain And Storm” è la composizione più lunga del disco, forte dei suoi quasi 11 minuti (a differenza degli album precedenti, il minutaggio di questo disco è fortemente ridotto) e vede un ritorno di un approccio più strettamente metal e diretto, alternando sfuriate melodiche a rallentamenti enfatizzati dal sapiente uso dei synth; una breve interruzione nel cuore del brano è portata da un intermezzo di chitarra acustica suonata dall’ospite Yianna Banks, mastermind dei Vouna, che aggiunge un tocco di folk ad un lavoro già di per sé incentrato sulla natura. La chiusura dell’album è affidata a “Eostre”, brano prettamente ambient che delicatamente funge da atto conclusivo, prendendoci per mano e mostrandoci la natura e la pace che vi regna, come in un sogno. Nella versione LP è presente la traccia bonus “Skyclad Passage”, altro brano ambient, ma dal gusto più cupo e minaccioso.
Seppur nel contesto di un album ambizioso e non certamente ruffiano, la minor durata dei brani e la maestosa epicità che sprigiona Primordial Arcana potrebbero permettergli una maggiore accessibilità e raggiungere un livello di notorietà che sicuramente i Wolves In The Throne Room meritano, anche grazie a tangibili richiami al death metal (pallino d’infanzia dei fratelli Weaver) e al doom (grazie a Kody Keyworth).
Come dichiarato da Aaron Weaver, batterista della band, “la nostra musica invoca gli spiriti che risiedono nelle montagne e nei fiumi, nel Sole, nella Luna, nelle piante e negli animali. Queste divinità sono sempre state con noi fin dai tempi antichi, ma le loro voci sono state soffocate dal mondo moderno”, e Primordial Arcana ha proprio il significato di un ritorno ai riti antichi ed arcani, immersi nella natura selvaggia e primordiale.
Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro del genere, dove non c’è un episodio di basso livello o in antitesi con gli altri e l’ascoltatore può scegliere se ascoltare l’album tutto d’un fiato oppure no, comunque la valutazione del disco non cambierà. I Wolves In The Throne Room sono tornati alla grandissima, per sedersi sul trono del metal estremo.
(Relapse Records, Century Media, 2021)
1. Mountain Magick
2. Spirit Of Lightning
3. Through Eternal Fields
4. Primal Chasm (Gift Of Fire)
5. Underworld Aurora
6. Masters Of Rain And Storm
7. Eostre