Il duo americano Wolvserpent torna sulle scene con un’opera ambiziosa e decisamente anti-commerciale, ma di sicuro interesse. Aporia: Kala: Ananta, questo il titolo dell’EP, è un affresco sonoro che ingloba tante sfumature e si sviluppa, a sorpresa, in un’unica traccia di quaranta minuti.
La musica si snoda lentissima e senza nessun appiglio. Fin dall’inizio tutto è sfumato, di un nero impenetrabile, cupo, disperso tra archi tremolanti che poi si assottigliano lasciando spazio ad un triste violino. Emergono pennellate folk scurissime, accompagnate da percussioni marziali, quasi ad accompagnare una marcia funebre. Il brano è doom nel suo incedere lentissimo ed ingloba al suo interno growl vocals (spesso lontane, come fossero un eco), innesti chitarristici black metal ed in generale un’atmosfera sospesa tra sottofondi orchestrali e pesantissime iniezioni funeral doom (la batteria è comunque centellinata). Il finale si concede pure distorsioni, rumori ed in generale velenose bordate drone sospese nell’aria.
Aporia: Kala: Ananta è un ascolto arduo, che potrebbe essere anche sfibrante, adatto a palati molto fini e dotati di molta pazienza; un’opera d’arte che, come spesso accade, sarà valorizzata solo con il tempo e spaccherà in molti pezzi il pubblico. L’ascolto è comunque consigliato per ampliare la propria mente.
(Relapse Records, 2016)
1. Aporia: Kala: Ananta
7.5