A testimoniare, ancora una volta, il positivo stato di salute di cui gode la scena post-rock e post-metal australiana arrivano gli Ylva, quartetto di Melbourne formatosi nel 2015, che con M E T A giunge all’esordio discografico sotto l’egida di Pelagic Records.
Ci troviamo davanti a un buon compromesso fra i due generi sopra citati: nel corso della tracklist si alternano riff monolitici a momenti dilatati, vocals profonde e aggressive a lunghissime sezioni strumentali. A grandi linee l’album può essere diviso in due sezioni, a seconda della preponderanza dell’una o dell’altra componente. I primi quattro brani si muovono sulla stessa lunghezza d’onda, che poi è quella di gran parte del post-metal moderno: riffing ossessivo, tempi medio-lenti con ampio spazio per frammenti più doom, vocals disperate e atmosfere apocalittiche. Spicca “Lapse”, che pur non stravolgendo la formula appare più coinvolgente grazie a un azzeccato riff portante. La seconda parte dell’album si articola in due lunghe composizioni: “The Fall” è il momento più sperimentale e oscuro del disco, dal feeling veramente inquietante, anche se a brano concluso pare che non si sia centrato più di tanto l’obbiettivo; “Widowed” prosegue in questa direzione ma cresce per gradi, facendosi in un primo frangente ossessiva per poi aprirsi a un melodismo onirico inaspettato, frammento unico in tutto l’album, ma decisamente valido.
Tirando le somme, M E T A si presenta come un buon lavoro, con grossi margini di miglioramento specialmente dal punto di vista della personalità. Va infatti sottolineato che si tratta di un album che non riesce ad uscire dai canoni di quanto già detto, già scritto e già suonato. Questo sentore inficia sulla qualità dei brani, comunque avvolgenti e coinvolgenti, e soprattutto sulle attente scelte dal punto di vista sonoro, in particolar modo per quanto riguarda la post-produzione, tra l’altro curata dagli stessi chitarristi della band (Mike Deslandes al mix e Dev Byrne al mastering). Assorbendo le proprie influenze in maniera opportuna gli Ylva sapranno sicuramente far parlare di sé in futuro, per il momento questo appare come un significativo punto di partenza.
(Pelagic Records, 2017)
1. Sting in the Air
2. Hunting Room
3. Metadata
4. Lapse
5. The Fall
6. Widowed