Curiosa la storia degli inglesi Yndi Halda (“Godi la Beatitudine Eterna” in norreno antico), un gruppo che esiste da oltre quindici anni e che una decina di anni fa rilasciò senza troppi clamori un demo (di una durata di oltre un’ora) che non era passato inosservato ai signori della Big Scary Monsters, che hanno saggiamente pensato di rilasciarlo sul mercato. Quello della band britannica era un post rock dilatatissimo ,che, pulito da ogni attitudine malinconica, proponeva una versione solare di gente come GSY!BE.
Come se il tempo non contasse nulla, gli Yndi Halda arrivano oggi al secondo lavoro, quattro tracce per quasi un’ora di musica. Il suono rispetto all’esordio è più acustico, più secco. La voce, ben più presente, sembra narrare di storie lontane con fare conciliante. Un qualcosa di magnetico e luminoso pare uscire dagli armonici di chitarra e dalle melodie del violino. La musica che ne esce è lontana da ogni riferimento post rock, priva di crescendo e fatta di una materia quasi eterea. Un cambio di rotta che porta in lidi cantautorali il gruppo, che pare galleggiare lontano nel cielo. L’utilizzo del piano Rhodes e delle slide guitar rende il suono languido e senza tempo. La lunga coda, fatta di note sospese di pianoforte della finale “This Very Flight”, ha un che di malinconico, un ottimo commiato per il lavoro.
Under Summer ha un sapore dolce. Qualcosa di prezioso è racchiuso tra le sue note, che sono impregnate degli stessi umori sognanti che troviamo nei dischi di Sigur Ros e pochi altri. Un ascolto lontano dai lidi classici di GOTR ma che sento di consigliare a chi vuole un momento di pace lontano da tutto.
(Big Scary Monsters, 2016)
1. Together Those Leaves
2. Golden Threads from the Sun
3. Helena
4. This Very Flight