Intenso, caotico, duro, aspro. Questi sono solamente alcuni degli aggettivi che meglio descrivono quello che sarà, con molta probabilità, uno degli album emoviolence migliori del 2021, se non il migliore. Stiamo parlando di Youth Novel, dell’omonimo gruppo musicale di Ann Arbor (Michigan). Uscito per Zegema Beach Records, questo album può essere considerato come il testamento, il lascito, di una band che è stata attiva dal 2012 al 2017 e che si è sciolta lasciando incompleta la loro opera più rappresentativa: la pietra angolare della loro traiettoria musicale. Complice la pandemia e il lockdown, infatti, Maya Chun (chitarra), Jon Riley (basso) e Nathan Whittle (nuovo vocalist) si sono riuniti per perfezionare gli arrangiamenti e per riportare in vita le canzoni dal loro stato di semi-abbandono. Il risultato è un album composto da undici tracce di un hardcore emotivo e caotico, che lascia con il fiato sospeso dall’inizio fino alla fine.
“Sospesi nel vuoto bruceremo in un attimo e il cerchio sarà chiuso”. Non esiste una citazione migliore per descrivere gli Youth Novel. Prima di sciogliersi, questo gruppo aveva all’attivo solamente due EP, di cui uno split del 2016 con i Coma Regalia (The Gentle Harm Of Tradition). Successivamente, il vuoto. Con la pandemia, infine, sembra che il cerchio sia stato chiuso grazie ad un album che si inserisce nel solco del midwest emo e lo trasforma dall’interno; lo mastica e lo risputa in una forma nuova, più matura e meno statica. Una nuova vita. Le undici tracce dell’album sono denominate con numeri romani. La prima si intitola “XI” e non è un errore. Essa deve essere interpretata come l’undicesimo passo nel percorso musicale della band, cominciato con “I” del loro primo EP del 2014 (Turned Around Abruptly Beside a Mirror and Jumped at My Own Reflection). La numerazione romana, inoltre, consente un ascolto più fluido, senza interruzioni. Per quanto riguarda la composizione delle tracce, come accennato poco fa, non si è di fronte ad un album emo “classico” e/o “vetusto”. Anzi, gli Youth Novel hanno saputo cogliere l’essenziale di questo genere e trasformarlo. Grazie a questa sensibilità, è possibile cogliere nel flusso musicale elementi mathcore come, ad esempio, i cambi di tempo, i riff complessi e le dissonanze. In particolare, la durezza delle sonorità rende necessario il paragone con i Converge e con gli Storm{O}. In questo ultimo caso, il paragone riguarda soprattutto le sonorità complesse e laceranti, stridenti, delle linee di chitarra. Non mancano però alcuni elementi post-rock, i quali sono stati dosati in maniera egregia al fine di bilanciare l’ascolto e di renderlo “catartico”. Questo è stato possibile adottando le climax e le pause tipiche del genere, le quali sono state poste a servizio dell’emoviolence, riuscendo a creare un’atmosfera unica, “purificante”. Un esempio di quanto descritto è costituito dalla traccia “XVII”. Infine, la potenza della band emerge anche grazie al sapiente uso del blast beat su tracce come “XII” e “XIV”. Qui il paragone è con i Serpent Column, gruppo black metal e mathcore di cui Chun è batterista.
Youth Novel è dunque un album complesso, incisivo e catartico. Prima di tutto, però, è un album sincero, che non lascia nulla al caso, o al caos. Esso può essere concepito come il testamento della band, come la fine di un percorso musicale iniziato nel 2012. È un cerchio che si chiude e chi sa che non se ne aprirà un altro ancora più complesso, incisivo e catartico del primo. Dal momento che non sappiamo quali potrebbero essere le intenzioni degli Youth Novel in futuro, non rimane che godere di uno degli ascolti migliori del 2021.
(Zegema Beach Records, 2021)
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