Il cielo sopra Berlino non è solo il titolo della memorabile pellicola di Wim Wenders, ma anche quel qualcosa che sembra stimolare in particolar modo la creazione musicale. Il numero delle band provenienti dalla capitale dell’ex DDR che mostrano di avere qualità di primissimo piano ormai non si conta più. Non fanno eccezione nemmeno gli Zahn, supergruppo costituito da elementi di Heads, The Ocean e Einstürzerde Neubauten, che con Adria aggiunge un altro tassello alla discografia avviata un paio di anni fa e – come da copione – immediatamente decollata, forte di una coesione e di una maestria di prim’ordine.
Si parla spesso di post-rock, e non di rado a sproposito. Noi che siamo soliti cercare di smarcarci dalle facili classificazioni, per una volta scegliamo di sposare la terminologia, certi che l’associazione con gli Zahn sia quanto di più azzeccato in ambito musicale. E lo facciamo guardando all’idea di avere tra le mani un album dalla difficile collocazione. Qui, ad essere eccessivamente fiscali, siamo oltre il post-rock. Siamo in territori che sfiorano la sperimentazione sonora, intesa però non come creazione di un suono ”nuovo”, ma con la ricerca di un nuovo e diverso approccio, che possa mostrare la mutevolezza del suono all’interno di un pattern riconducibile ad una precisa identità stilistica. Un sound postmoderno che spiazza l’ascolto cambiando costantemente direzione sonora.
Il trio berlinese è perfettamente consapevole delle proprie capacità, e non si tira indietro quando deve ”osare”, quando capisce che serve il cambio di passo per distaccarsi dalla massa di musicisti che si limitano al proprio compitino. Anche se ciò significa realizzare un album che dividerà, venendo apprezzato soltanto da chi ha dentro la necessità di ricercare qualcosa che possa deviare i pensieri, lasciandoli liberi, senza preoccuparsi di dove possano andarsi a perdere. È lì che gli Zahn ci attendono, dove vanno a morire le stelle cadenti, dove si perde l’orizzonte, dove il sole sole si getta in mare. Dove tutto è possibile, anche sfornare un album senza limiti come questo Adria. Retto e costruito sull’azzardo, sulla voglia o meglio sulla necessità di lanciare lo sguardo oltre quello degli altri, abbracciando l’alba mentre tutti ancora stanno dormendo.
(Crazysane Records, 2023)
1. Zebra
2. Zehn
3. Schmuck
4. Apricot
5. Faser
6. Tabak
7. Yuccatan 3E
8. Amaranth
9. Velour
10. Kotomoto
11. Idylle