1. Runaway Soul
2. Bleeding Island
3. The Phantom
4. Loom
5. Brick In The Sky
6. Discoloration
7. Swallow The Teeth
8. They Stay In Mirrors
Attivi dal 2002, gli Zatokrev sono una creatura notturna che ruota intorno al fondatore Frederyk Rotter. Gli svariati cambi di line-up che si sono susseguiti negli anni non hanno minato la proposta ma piuttosto hanno reso l’insieme più variegato. Già in The Bat, The Wheel And A Long Road To Nowhere si poteva intuire una evoluzione sonora ma i brani erano fin troppo monolitici e relegati a generi come sludge e doom, con l’ombra incombente dei mostri sacri Neurosis. Silk Spiders Underwater…, prima parte di un concept album che vedrà il seguito rilasciato nel 2017, cambia sensibilmente l’approccio alla musica del combo.
Il nero pece permane ma è colmo di sfumature: “Runaway Soul” parte con incedere lento e riflessivo, mostrando il lato più mistico dei Nostri, con cori che ci accompagnano in un lungo viaggio lisergico. Più potente e disperato è il grido di “Bleeding Island”: il poderoso scream del frontman si infrange su chitarre abrasive e ritmiche possenti. Possiamo però intuire il vero cambiamento di pelle del gruppo a partire dal brano “Loom”, nel quale il suono si ammorbidisce e porta una visionarietà che rimanda ai primi Pink Floyd. Una psichedelia carica di tensione che ha il suo apice nel finale dal forte impatto black metal. Le sorprese non sono finite, l’intimismo di “Brick in the Sky” ha un sapore malinconico, che viene arricchito da arrangiamenti eseguiti da archi che donano calore inaspettato ad un brano colmo di saliscendi emozionali. L’evoluzione stilistica degli svizzeri vede il suo apice nella bellissima “Discoloration”, che fa del micidiale riff introduttivo uno strumento di distruzione di massa: scorie di post metal si mischiano con progressioni nervose, il tutto mantenendo la potenza apocalittica tipica del produzioni passate.
La perizia negli arrangiamenti è palpabile e nonostante la lunga durata (parliamo di sessanta minuti di musica) il disco scorre agevolmente. La nuova fatica degli Zatokrev è un ibrido affascinante che emana un’aura di maligno romanticismo. In attesa della parte seconda, fate vostro questo disco.
8.0