Dopo un EP datato 2017, il duo di Los Angeles Zeistencroix arriva al debutto discografico con questo GenZ. Il progetto vede due musicisti all’opera, Orlando OD Draven (voce e chitarra) e Santi Rivillas (batteria). La band si autodefinisce post industrial noir rock con inserti elettronici ed effettivamente qualcosa di tutto ciò ci sarebbe anche, ma attenzione a non lasciarsi trasportare dall’entusiasmo di affermazioni come quella che vorrebbe il cantante Orlando come il primo esponente di tutta l’America a riuscire a sfruttare il “cantato di gola” creando suoni incredibili senza avere rivali.
La realtà dei fatti viene subito a galla con l’opener “Boom”, ritmatissima ed industrial piena di melodie tamarre, chitarroni con groove sexy e ritmiche al limite dell’electro/dance. E’ un suono moderno e molto facilone, adatto ad una frangia di ascoltatori molto casual che potrebbero trovare di che godere sulle note pezzi come la lascivo/tenebrosa “Mr. K” o l’accoppiata “Fallen Prophet” e la più violenta “Blame”. Fortunatamente c’è un po’ di sostanza, come nell’episodio più introspettivo di “Wake Up”, nella bella ballad acustica “Far Away” con delle armonie riuscitissime oppure nel pezzo da novanta chiamato “Naked” dove le incursioni della sei corde raggiungono un coinvolgimento pieno grazie anche ad un’atmosfera anni ‘80 che risulta davvero vincente. Durante il resto dell’ascolto si vive troppo di momenti, troppi alti e bassi dove c’è più la voglia di intrattenere senza fare troppa fatica che dimostrare di valere veramente qualcosa. Qualche traccia infatti contiene al suo interno degli spunti intriganti come “Sick” (unico esempio dove si sente un buon lavoro di suoni vocali senza l’ausilio di aiuti extra), la new wave intrecciata con il pop di “Myself” o gli strani miscugli di “漢字 Kanji” dove chitarre acustiche vanno a braccetto con bordate più aggressive e strofe decisamente cantabili cercano di essere dark senza riuscirci veramente. E’ un disco complessivamente furbo, suonato discretamente ma senza una vera e propria forza motrice che trascini l’ascoltatore in un mondo peggiore di quello attuale perché il noir praticamente non c’è, l’industrial è ridotto ad un becero strumento da classifica commerciale, la tecnica vocale è lasciata fin troppo da parte mentre ciò che prevale è il puro intrattenimento per adolescenti senza troppe pretese.
GenZ è un disco ideale per feste o da sottofondo per qualche serata darkettona per finti appassionati dell’oscuro. Al giorno d’oggi però servono attributi più consistenti! In ogni caso gli si dia un ascolto senza pretendere troppo.
(Sliptrick Records, 2019)
1. Boom
2. Sick
3. Wake Up
4. Dub
5. Myself
6. 漢字 Kanji
7. Mr. K
8. Fallen Prophet
9. Blame
10. Naked
11. Far Away