Dopo un’assenza di sei anni, intervallata soltanto da un singolo nel 2014 che voleva essere un mero assaggio, i Meniscus tornano con il loro secondo full length. Il materiale proposto dal combo è sempre un intrigante post-rock ricco di umori cinematici, con un’attenzione particolare per le ritmiche. Anche per questo, dopo l’abbandono nel 2014 del batterista Cameron Brennan, il futuro della band sembrava incerto. L’ascolto di Refractions è qui per dimostrarci che i Meniscus sono tornati più ispirati che mai.
L’incedere solenne di “Doom” apre le danze con maestosità: il corposo suono del basso si erge come colonna portante di un brano in cui le chitarre vengono stratificate con eleganza. Il songwriting dei Meniscus è avvicinabile ai neozelandesi Jakob, un lento susseguirsi di variazioni che lentamente portano l’ascoltatore ad un livello “altro”. L’uso massivo di loop non fa che confermare questa sensazione. L’ottima “Simulation” convoglia potenza ed epicità. Proseguendo con l’ascolto ci si rende conto di come il vero asso nella manica del combo sia ancora una volta dietro le pelli: Alex O’Toole ci delizia con poliritmie e crescendo devastanti. “Overhang” porta il concetto di dinamica su un livello semplicemente superiore, grazie ad un climax vorticoso in cui la flebile melodia della chitarra viene letteralmente avvolta dal suono dei crash. Gli umori del disco sono prevalentemente struggenti. ” Head Rush” è la traccia più rappresentativa in questo senso: qui oltre a chitarre sempre presenti viene fatto un sapiente utilizzo di sintetizzatori, capaci di donare pienezza al brano.
Una registrazione impeccabile che valorizza i suoni di ogni singolo strumento facendone uscire le peculiarità è il valore aggiunto di Refractions. Assenti sul suolo europeo da diversi anni, i Meniscus in questo momento stanno nuovamente mostrando le loro capacità sui palchi del vecchio continente: per l’occasione al trio si è aggiunto un quarto componente per occuparsi esclusivamente dei visuals, che paiono realmente suggestivi. Nel suolo italico i Nostri saranno in compagnia di We Lost The Sea e Dumbsaint, per una due giorni di post rock tutto australiano. Se amate queste sonorità il consiglio è di non lasciarsi sfuggire questa occasione.
09/06/2017 Dumbsaint
10/06/2017 We lost the sea/ Meniscus
(Bird’s Robe records, 2017)
1. Doom
2. Simulation
3. Overhang
4. Fingers
5. Daturas
6. Head Rush
7. Hamster
8. Flux