A quindici anni di distanza dal loro primo vagito i tedeschi Heretoir ristampano il loro debut album omonimo. Nel frattempo sono ovviamente cambiate molte, moltissime cose. È cambiato il mondo intorno a loro, ma quello che pare restare identico ad allora è il loro legame, praticamente morboso con questo loro primo disco. Anzi, forse, oggi più di allora, come si legge tra le righe, la straniante e dilaniante atmosfera desolatamente cupa del lavoro si presta maggiormente ad essere vista come ideale colonna sonora del loro quotidiano.
Heretoir è un album nerissimo che paradossalmente però riesce a rappresentare quello spiraglio di luce che gli Heretoir cercano, quel barlume a cui guardare, e a cui aggrapparsi per non cadere rovinosamente. Il disco, al tempo pubblicato dalla Northern Silence Productions e ora rieditato dalla Art Of Propaganda Records, è un ottimo esempio di quel depressive black metal iconoclasta, diretto, sfilacciato e ruvido che guarda all’essenzialità ancor prima che alla forma.
Pur non avendo mai flirtato troppo intensamente con il black metal, apprezzo moltissimo questo approccio privo di orpelli che bada al sodo, nel tentativo di mostrare realmente quel dissidio interiore di grande sofferenza personale, di cui molti altri parlano senza cognizione di causa, per sentito dire, di riflesso. Oggi gli Heretoir sono un’altra cosa. Meno intensa, forse, anche meno “vera”. Ma non è un problema. Non sono per nulla interessato al loro post-rock/shoegaze contemporaneo. Preferisco fermarmi, con sguardo romanticamente malinconico alla nostalgia di un tempo che non tornerà più, ma che grazie a Heretoir resta impresso nella storia.
(AOP Records, 2023)
1. The Escape – Part I
2. Fatigue
3. Retreat to Hibernate
4. 0
5. Weltschmerz
6. Graue Bauten
7. The Escape – Part II
8. To Follow The Sun
9. Heretoir
10. Fatigue (2022)
11. Weltschmerz (2022)