Il depressive è, tra i sottogeneri del black metal, uno tra i più particolari, che spesso porta a giudizi abbastanza anche opposti. Spesso si hanno chitarre apparentemente ariose, dalla forte spinta melodica, alle quali si contrappongono approcci vocali che spesso puntano allo screaming disperato e straziante, urla e gemiti che, in alcuni casi, rasentano addirittura il grottesco tanto sono forzati. L’Australia sembra essere un terreno particolarmente fertile per questo genere se solo si pensa ai vari Austere, Woods of Desolation, Deadspace, che si aggiungono ad una folta schiera di altri gruppi più o meno conosciuti e rinomati sparsi per tutto il mondo. E i Woewarden (ex Cancer) si aggiungono a questa lista, avendo imparato a memoria il manuale del depressive e rispecchiando in pieno tutti i crismi caratteristici di questo genere. I Nostri hanno cambiato nome di recente e sotto il nuovo moniker hanno pubblicato il presente In the Art of My Caged Existence, ma di fatto poco o nulla è cambiato da quando erano conosciuti come Cancer (combo che aveva già pubblicato due full e un EP).
Le danze si aprono con “Ravelled”, brano che mette subito in mostra i tratti portanti del gruppo: chitarre armoniose e incredibilmente malinconiche, e un approccio vocale che oscilla tra lo scream e, come anticipato, il pianto straziante, al quale viene dato molto spazio lungo tutto il lavoro. Il livello espressivo è buono, a più riprese ci sono tornati alla mente i Lifelover per il loro disperato approccio alla melodia, ma purtroppo latita una componente che riteniamo fondamentale per il genere, il coinvolgimento emotivo. La tragica grandiosità delle atmosfere che i Woewarden mettono in musica non sempre arriva a bersaglio, e spesso il modo in cui i pezzi progrediscono li rende tutti abbastanza simili gli uni agli altri: ci sentiamo di citare forse solo “Ravelled”, “Excised”, “Degenerate” e “Alexithymia”, momenti che riescono ad alzare un po’ la media di un lavoro altrimenti un po’ piatto e comunque fin troppo attinente agli standard del genere.
I Woewarden hanno fatto un apprezzabile sforzo per chi ama il depressive e non si stanca mai delle sue particolari atmosfere, ma non cercate originalità in In the Art of My Caged Existence perché ne troverete poca. I Nostri sanno indubbiamente il fatto loro, ciò non toglie che difficilmente riusciranno ad emergere dal folto gruppo di band dalle sonorità similari se non introducono qualcosa in più che li possa rendere finalmente distinguibili e riconoscibili.
(Bitter Loss Records, 2022)
1. Ravelled
2. Prisons Within Prisons
3. Excised
4. The Name of Suffering
5. Wreath of Viscera
6. Degenerate
7. Alexithymia
8. The Blade Draws More
9. In the Art of My Caged Existence