Il luogo è il capanno dedicato al merch del Venezia Hardcore 2023 e in occasione non solo dell’uscita di Extraterrestrial Gastropod Mollusc, ma anche della nascita di una realtà nuova, nuova non per quanto riguarda la musica, ma la mentalità fresca dei quattro figuri ravennati che compongono la deathgrind band Slug Gore, si è fatto quattro chiacchiere sul più e sul meno, sulle origins. Questa è stata la nostra fugace chiacchierata.
Anzitutto benvenuti su Grind On The Road. Colgo L’occasione per farvi i miei complimenti più sinceri per Extraterrestrial Gastropod Mollusc, titolo impegnativo…
Sbocco (voce): Sì, il senso sarebbe… lumaca si direbbe scientificamente Terrestrial Gastropod Mollusc e noi abbiamo pensato che Extraterrestrial fosse più geniale.
Sono assolutamente d’accordo. Comunque è veramente un ottimo disco soprattutto per essere una prima opera.
Sbocco: Grazie!
Ora, tu (rivolto a Danny) sei in giro da un pezzo, ma voi invece?
Sbocco: Per me è il primo gruppo ufficiale, che gira. Ho progetti black e altro però questa è la prima effettiva band.
Amianto (basso): Io è da un paio di anni che suono in vari locali a Rimini, ho avuto qualche progetto metalcore e hardcore punk, ma tutte band che dopo uno o due live si sfaldavano; diciamo che questa è la mia prima esperienza seria.
Fuoco (chitarra): Questo è il mio primo progetto vero, ho avuto qualche altro progetto, ma non è mai partito nulla, il mio primo vero live è stato a gennaio.
Chiaro. RItenete che la vostra considerevole notorietà su internet abbia favorito la grossa risposta che state avendo?
Sbocco: Beh assolutamente, far partire un disco da zero è un’impresa unica. Noi abbiamo questa variante che è pure un po’ fuori dagli schemi perché è tutto pubblico nuovo che non conosce il genere, da educare e da portare verso quello che è l’underground italiano, quindi appunto, è tutta gente che non ha idea di come funzioni questo mondo e va incanalata verso il “come funziona”.
Danny (batteria): Sì infatti la cosa figa è che ci seguono tanti ragazzini, minorenni, che abbiamo fatto approcciare al metal e quindi siamo riusciti a dar loro un pensiero secondo cui devono ascoltare tutto senza farsi troppi problemi. Quando ero piccolo io c’era il “ascolta questo e questo no perché è poser”. Noi l’abbiam buttata sul “vai al centro sociale, se c’è una band figa ed è italiana, supportala; divertiti, spaccati” e questa cosa la stiamo vedendo in questi concerti, ci sono ragazzi magari anche accompagnati dai genitori, anche oggi. Questa cosa ci fa un sacco piacere. Riprendiamo anche i nostri live da mettere su internet per far vedere cosa succede ai concerti perché per molti ragazzi questa è novità assoluta.
Bellissimo. Ma Slug Gore è un progetto nato per gioco o c’è stato un lungo brainstorming?
Sbocco: Io e Alessandro abbiamo visto i Grumo e ci siamo detti “ok, formiamo un gruppo così”, quindi l’idea era di fare qualcosa di molto simile alla loro, solo che ovviamente in studio, con le influenze di tutti e quattro è venuta fuori una cosa diversa. Il brainstorming è stato “quando avevo dodici anni volevo mettere su un gruppo, avevo il logo già fatto: Slug Gore. A posto, usiamolo”. Tra l’altro questa è una cosa che non trasmettiamo bene, ma il nostro immaginario viene dai B-movies, gli slasher, ecc… C’è in particolare un film di serie B tremendo, nel senso buono, chiamato Slugs del 1988 che è letteralmente il nostro centro di gravità su cui basiamo tutto.
Chiaro. Vi siete fatti dei piani a lungo termine o prendete quello che arriva?
Sbocco: Prendiamo tutto il mondo.
Danny: Chiaramente vogliamo far sentire quello che facciamo anche al di fuori dell’Italia. L’idea è di metterci questa estate a scrivere un disco perché siamo in piena di idee e possibilmente farlo sentire fuori…
Sbocco: …anche perché all’esterno non c’è il trampolino del pubblico che abbiamo qui io e Danny, quindi lanciarci al resto del mondo ci aiuterebbe anche a capire se Slug Gore è una cosa valida oppure solo aria, noi confidiamo che riusciremo a infilarci da qualche parte.
Venezia Hardcore è già un ottima cosa…
Amianto: Le rampe non mancano (alludendo alle rampe per gli skater)
Ultima domanda off-topic: Chainraw è stato solo un esperimento nato e morto oppure avrà un seguito?
Danny: Bah un gioco… l’idea era di unirci per fare un video e basta.
Sbocco: In realtà era solo per far un video di storytelling su YouTube, avevo pensato questa cosa perché credevo fosse interessante, poi è piaciuto solo che è rimasto dov’era. Com’è giusto che sia.
Quindi non avrà un seguito?
Sbocco: Ora sinceramente non te lo saprei dire.
Bene direi che ho concluso, io vi ringrazio e vi saluto. Buon divertimento a tutti voi.
Danny: Ci vediamo sotto il palco.