Cinque svedesi innamorati dell’Americana, del folk, del bluegrass e in generale delle sonorità più affini al country made in USA, che si ispirano neanche troppo velatamente al Johnny Cash d’annata infarcendo però le loro trame musicali di storie di vampiri, licantropi, non-morti e rifinendo il tutto con pennellate di cinema espressionista dei primi del Novecento: questi sono i The Coffinshakers. I Nostri debuttano nel 1998, danno alle stampe un secondo omonimo disco nel 2007 e poi un lungo sepolcrale silenzio, rotto solo adesso con il presente Graves, Release Your Dead.
I tratti peculiari dei The Coffinshakers sono quelli tratteggiati qui sopra: nelle dieci tracce che compongono questo lavoro troverete atmosfere fumose, polverose, a metà tra un saloon da villaggio del “selvaggio West” (con tanti di cori morriconiani) e un film dell’orrore dei primi anni Venti del Novecento, con la voce da crooner di Rob Coffinshaker a fare da guida attraverso macabre storie non molto distanti da quelle raccontate dall’americano Lonesome Wyatt (all’anagrafe Wyatt G. Hellickson), arricchendo la proposta con un black humor che, alla fine, ben si adatta al contesto e che avvicina i The Coffinshaker anche a certe proposte comuni all’horror punk.
C’è poco altro da dire su Graves, Release Your Dead: il lavoro è divertente, piacevole, scorre veloce ma lascia assai poco alla fine, un divertissement sicuramente ben fatto e curato sotto ogni aspetto, ma di certo non trascendentale o di particolare rilevanza in termini di innovazione. I The Coffinshakers conoscono la materia musicale che trattano, è innegabile, ma il disco pecca un po’ di ripetitività nelle atmosfere e nelle ritmiche: ci sono momenti che spiccano come ad esempio la conclusiva “The Great Silence” (oggettivamente un brano sontuoso nelle atmosfere e nel climax) o “Wretches”, ma in linea di massima le strutture melodiche e ritmiche tendono ad assomigliarsi un po’ tutte, e lo stesso approccio vocale tende ad essere sin troppo monocorde, ma in fin dei conti sono tratti distintivi del genere musicale che i The Coffinshakers rappresentano con, lo ripetiamo, estrema disinvoltura. Quello della ripetitività è un tratto che va un po’ a penalizzare l’album ma probabilmente potrebbe non incidere più di tanto dal vivo, dove siamo certi che i Nostri sono in grado di accendere gli animi con maggior vigore ed entusiasmo.
(Svart Records, 2023)
1. Graves, Release Your Dead
2. City of the Dead
3. Wretches
4. The Siren’s Call
5. Holes of Oblivion
6. Prince of Darkness
7. Reverends of Doom
8. Down in Flames
9. River of Souls
10. The Great Silence