Nei tempi odierni è comune vedere un certo tipo di individualismo, specie nel mondo musicale, spesso votato all’andare avanti per la propria strada chiudendo fuori tutto il resto. La sud coreana Katherine Kyu Hyeon Lim (임규현), oramai residente a New York, la vede però in maniera diversa. Entrata nel mondo musicale fin da piccola, Katherine negli anni lavora sodo sia nel violino che in ambiti di produzione, improvvisazione ed insegnamento ma non solo. La sua ideologia musicale si sviluppa attorno al concetto di “comunità” e non è un caso che negli anni abbia co-fondato progetti come Unison Quartet (progetto studentesco) o Muzosynth Orchestra, ovvero una sorta di collettivo che unisce attori, ballerini e musicisti allo scopo di creare un movimento artistico volto ad unire le persone. Bisogna aggiungere anche l’organizzazione di concerti senza scopo di lucro in modo che potesse assistervi anche chi non ne fosse economicamente in grado e mille altre iniziative e collaborazioni. La musicista sentiva però il bisogno di tirare il fiato e concentrarsi sulla composizione di qualcosa di più intimo ed ecco quindi arrivare il suo primo disco solista chiamato Starling, un lavoro che le ha riconosciuto diversi premi. Per l’occasione Katherine si avvale dell’aiuto di due preziosi musicisti, ovvero Alfredo Colón che si occupa di sax ed EWI (acronimo di electronic wind instrument, un particolare strumento a fiato combinato con il sintetizzatore) e Kalia Vandever al trombone.
L’album in questione ha una predilezione per sia per una certa geometria ritmica sia per un gusto melodico variegato e ciò si concretizza con un lotto di brani che contengono improvvisazione e sperimentazione senza che nessuno dei musicisti prevalga sull’altro tranne alcuni brani “solisti” dove ognuno dei tre musicisti crea un personale intermezzo (rispettivamente il trombone drone/jazz di “Passing By”, il violino acid/psych rock sessantiano di “Going Through (Molto Agitato)” e il sax free jazz in “Quick Flight”). Si parlava prima di senso di comunità ed ecco il perché. Le tracce sono un meccanismo ben oliato dove ogni meccanismo ha lo scopo di sorreggere l’altro senza prevaricazioni. Si ascoltino a tal proposito gli incastri sonori in “Sitting With It”(l’elettronica è sapientemente usata per creare atmosfera), le sferragliate di violino, ben accompagnate dal trombone, in “Further & Further”, il noise di “Taste & Touch”, i synth alla Vangelis di “Paloma E”, i movimenti ondulati nella finale “As It All Goes By” ed il noir jazz cupissimo dell’oscura “Drawing Out”.
È un lavoro sicuramente per palati fini, però ha una certa immediatezza che può avvicinare chiunque data la breve durata dei brani e la facile assimilazione. Un piccolo gioiello.
(Autoproduzione, 2023)
1. Sitting With It
2. Further & Further
3. Drawing Out
4. Passing By
5. Paloma E’
6. Going Through (Molto Agitato)
7. Taste & Touch
8. Quick Flight
9. As It All Goes By