Nottata estrema in quel di Bologna: sono di scena gli australiani Thy Art Is Murder, che di certo non hanno bisogno di presentazioni, e altre band di supporto interessanti come Miss May I, Being As An Ocean e i Casey – che purtroppo ci siamo persi perché stavamo intervistando il frontman dei TAIM CJ McMahon. Diverse e memorabili le emozioni avvertite dal pubblico del Kindergarten, ecco il nostro racconto della serata.
THY ART IS MURDER
+ Being As An Ocean + Miss May I + Casey
Der Kindergarten, Bologna
20/04/2017
MISS MAY I
Entriamo nell’ex discoteca felsinea giusto in tempo per il concerto degli statunitensi Miss May I, band metalcore di Troy, Ohio. Il locale è già ben popolato e i Nostri entrano subito in sintonia con il pubblico, che si dimostra attivo e presente, come spesso accade nel Belpaese. Il botta e risposta tra il cantante Levi Benton e il pubblico è ottimo e si scatenano diversi circlepit sotto il palco. La performance live è molto positiva: brani come “Deathless” e “Lost In The Grey” hanno scatenato i paganti. Precisissimi risultano i breakdown del combo a stelle e strisce, che obbligano il pubblico ad un continuo headbanging. Peccato per un paio di stecche del back vocalist Ryan Neff, ma tra la bolgia e il frequente stage diving il pubblico sembra non accorgersene.
BEING AS AN OCEAN
Tocca in seguito all’altra band americana, i Being As An Ocean, gruppo dedito ad un post hardcore dalle tinte melodiche e fortemente emozionali. Il gruppo capitanato da Jeol Quartuccio ha un’ottima presenza scenica e anche in questo caso, come per i MMI, il pubblico duetta con il cantante in maniera partecipativa rendendo visibilmente carica la band; a metà dello show il leader del gruppo decide infatti di cantare due brani in mezzo al pubblico in un enorme abbraccio collettivo. Fortissime le canzoni “Dear G-d” e “Dissolve”, impreziosite dalla sentita performance di Quartucci – da registrare il momento in cui è salito su una transenna al lato del palco e si è tuffato sulla folla cantando a squarciagola. Di certo un evento che il pubblico bolognese farà fatica a dimenticare. I BAAO rappresentano però la classica quiete prima della tempesta, se messi a confronto con gli headliner che si apprestano a salire sul palco.
THY ART IS MURDER
Sono da poco passate le 23 e il locale è gremito di gente da tutta Italia quando è il turno dei pesi massimi della serata. Le note iniziali di “Holy War” scatenano un moshpit infernale, mentre il pubblico invoca il carismatico cantante CJ. Lo stage diving è ancora una volta frequentissimo, e in generale il pubblico è ipnotizzato dall’esecuzione del gruppo australiano. CJ, tra una canzone e l’altra, coinvolge tutti con battute e qualche parola di italiano, scatenando ilarità nella folla compiaciuta. Brani schiacciaossa come “Emptiness” e “Absolute Genocide” creano dei circlepit frenetici e interminabili; immancabile il tuffo dalla transenna da parte del frontman che ha letteralmente “nuotato” sulla folla in estasi. La performance della band, tutta vestita di nero, è assolutamente perfetta, mai una sbavatura e anche nei live la voce di CJ è cavernosa come in studio. Dopo circa quaranta minuti il ruolo di brano conclusivo non poteva che spettare alla meravigliosa “Reign Of Darkness”, che conclude un’esibizione a dir poco vulcanica. Peccato che il concerto sia durato poco e non ci sia stato un bis, ma i TAIM hanno promesso che entro fine anno torneranno di nuovo in Italia e probabilmente di nuovo a Bologna in un club più grande. Ciliegina sulla torta: hanno anche affermato, visibilmente soddisfatti, che questo è stato il loro miglior concerto di sempre, non solo in Italia ma in tutta Europa. Magari lo dicono ad ogni live, in ogni caso fa piacere percepire un feeling positivo da parte degli artisti che calcano i palchi italiani.