Parlare degli OJM equivale a tirare in ballo un piccolo pezzo di storia musicale italiana. La band trevigiana fu una delle prime a dedicarsi allo stoner rock in un paese che, verso la fine degli anni 90’, era ubriacato da tutt’altri generi e da una situazione musicale generalmente poco chiara. Il quartetto veneto, con il passare del tempo, ha spesso mutato pelle e tali cambiamenti portarono il sound ad un mix decisamente interessante ben espresso dal loro ultimo (almeno per ora) disco chiamato Volcano che risale al 2010. E proprio in merito a questo disco che ci si accinge a parlare di questo Live At Rocket Club, registrato al Rocket Club di Landshut in Baviera durante il tour di supporto allo stesso Volcano nel 2011. Piccola peculiarità è la formazione (sempre la stessa dell’album) che vede i membri fondatori Davide alla voce e Massimo alla batteria, affiancati da Andrea che passa dal basso alla chitarra e Stefano all’organo hammond e piano bass che si occupa quindi di sostituire il basso con i synth.
Il concerto prevede una setlist che privilegia ovviamente Volcano ma fanno comparsa anche delle piccole chicche prese da album forse troppo sottovalutati dagli appassionati. Altra cosa, forse la più importante, che salta all’orecchio è lo stato di grazia della band che offre uno show ad altissimo tasso di adrenalina perché, va detto chiaramente, non sempre i quattro musicisti sono riusciti a tenere concerti a questi livelli e questo può essere un pregio, dato che purtroppo al giorno d’oggi si cerca spesso la perfezione in maniera plateale in sede live, con scarsi risultati. Fortuna vuole quindi che la serata fosse perfetta e che fosse registrata per la gioia di tutti e, complice anche una resa sonora grezza e potente, la botta iniziale di “Welcome”, molto più violenta e meno garage rock della versione in studio, dà fuoco alle polveri seguita dalle micidiali “Venus” e “I’ll Be Long” con un Davide vocalmente incendiario accompagnato dalla chitarra durissima di Andrea (si ascoltino certe accelerate punk alla The Hellacopters) e da uno Stefano scatenato all’hammond che accompagna vocalmente la scheggia impazzita a nome “Wolf” tirando fuori un mood hard rock alla Deep Purple che spunterà fuori in molti momenti. Massimo alla batteria è il collante che, con il suo stile “musicalmente scorretto” e morbido fa da collante perfetto per la successiva ed acida “Ocean Hearts”, viaggio allucinato tra progressive rock, psichedelia e garage/stoner con una lunga coda strumentale che fa venir fuori tutto l’amore per le jam sessions. Seguono “Sixties” e “Give Me Your Money” da Under The Thunder che riportano ad una situazione più “classica” e rockeggiante per poi virare a sorpresa verso “Desert” dal semi bistrattato The Light Album, per la sua virata verso sonorità più leggere, tornando ad atmosfere drogatissime dove tutti i musicisti si lanciano in bizzarrie strumentali molto hard rock anni 70’ e dove Andrea dimostra nuovamente classe nei ricami chitarristici. Si ritorna poi su Volcano con la splendida “2012” dove le melodie southern rock la fanno da padrone per concludere il concerto con la cover di “Hush” di Billy Joe Royal del 1967 resa celebre un anno dopo dalla Mark I dei Deep Purple.
Una band stimata moltissimo all’estero e purtroppo poco conosciuta nel bel paese. Con questo album dal vivo, sebbene chi scrive non sia particolarmente amante dei dischi live, gli OJM dimostrano di avere ancora molto da dire e speriamo ritornino presto in attività. Sgangherati, rugginosi ma in fondo piacciono così. Il disco verrà stampato solo in vinile e l’edizione sarà molto limitata (300 copie). Supportateli.
(Go Down Records, 2021)
1. Welcome
2. Venus
3. I’ll Be Long
4. Wolf
5. Ocean Hearts
6. Sixties
7. Give Me Your Money
8. Desert
9. 2012
10. Hush (Billy Joe Royal cover)