Io credo che stupisca moltissimo la capacità dei Mesarthim di creare, scrivere, comporre e poi rilasciare musica. Penso che, nell’underground tutto, siano fra le realtà più produttive (dal 2015 ad oggi hanno pubblicato almeno due o tre lavori all’anno) attualmente esistenti, ma soprattutto penso siano una delle avanguardie della sperimentazione al pari del retrò geek blackster Gonemage (che se non conoscete, conoscetelo).
CLG J02182-05102 è il titolo di questo coloratissimo album. Un titolo chilometrico che porta il nome di un agglomerato di galassie collocate nella parte di cielo in cui possiamo osservare Cetus, la costellazione della Balena. Io resto sempre sconcertato di fronte a quanto il black metal sia propenso a sperimentazioni audaci e impensabili, talvolta anche azzardate, come appunto nei casi di Mesarthim e Gonemage: casi in cui si potrebbe benissimo incorrere nelle ire dei fan trve, ma di quello che pensano loro ce ne importa ben poco e importa poco anche a questi ragazzi australiani, che ci donano sempre progetti improbabili e, immancabilmente, ogni volta è una graditissima sorpresa. I Mesarthim, lo sappiamo, amano inserire nella loro proposta un elemento molto particolare, estraneo, quasi avverso al black metal. In questo caso, una sorta di house da discoteca che ne potenzia in maniera gigantesca la componente cosmica, donandole però un carattere che non si rifà a quel tipo di cosmicismo che possiamo trovare per esempio nei Phobonoid o negli Omega, bensì qualcosa di più animato, qualcosa di fumettistico, di estremamente colorato e vivace che mentre lo si ascolta fa pensare di stare dentro un episodio di Space Dandy; ma questo non è che un pregio perché per una volta nella storia del black metal, finalmente si prova gioia durante l’ascolto. I synth dinamici, gli archi, i fiati (tutto sintetizzato ovviamente) sono perfettamente armoniosi con dei riff che non cercano di restare nei canoni del genere, ma creano qualcosa di davvero piacevole da ascoltare, diventando il carburante che anima la fantasia e l’immaginazione dell’ascoltatore: basta chiudere gli occhi e perdersi nelle fantastiche melodie fredde e frizzanti di un brano come “A Generation of Star Birth Part 2” e nelle digressioni quasi techno di “Infinite Density”. E poi come non citare gli assoli di chitarra e di tastiere che in qualche pezzo cicciano fuori come se nulla fosse e, inutile dirlo, sono semplici, dinamici, cinetici e bellissimi. Il tutto ovviamente è accompagnato da una voce in pieno stile black metal, perfetta nel marasma che i Mesarthim buttano giù. Potrei andare avanti per pagine e pagine elogiando questo disco, ma finirei per ripetermi ancora e ancora e ancora. Mi fermo qui, dicendo che CLG J02182-05102 mi ha dato la sensazione di essere quasi la definitiva dichiarazione della personalità della band, fino ad ora rimasta repressa, rinchiusa, relegata in un qualche buco nero ma che ora è venuta fuori in tutta la sua grazia e gioia.
Considerata la quantità di musica che i Mesarthim pubblicano ogni anno, questo potrebbe essere visto quasi come uno dei tanti dischi di lor fattura, ma no, assolutamente no, nel modo più assoluto; questa è una gemma che risplende decisamente più delle altre grazie al fatto che ogni fattore di cui si dovrebbe tener conto in un album del genere è portato ad un livello più alto. CLG J02182-05102 non è necessariamente un capolavoro, ci mancherebbe, ma di sicuro sa farsi piacere e se devo essere onesto, a me ha strappato qualche lacrimuccia di gioia e mi ha tirato su i peli della schiena in più di un’occasione.
(Avantgarde Records, 2021)
1. A Generation of Star Birth Part 1
2. Infinite Density
3. Tidal Warping
4. Nucleation Seed
5. A Manipulation of Numbers Part 2 (Vacuum Decay)
6. A Generation of Star Birth Part 2
9.0