“AEIR is a narrative-driven progressive sludge metal collective based in the UK and the US; featuring current & ex-members of Light Bearer, Momentum, and Basement”. Queste poche parole riprese dal promo sheet possono essere sufficienti a far drizzare le orecchie a una certa categoria di ascoltatori, quelli innamorati dei Fall of Efrafa, dei Morrow, oltre che ovviamente dei citati Light Bearer e Momentum. Perché quello che abbiamo tra le mani, signori, potrebbe forse essere il tanto agognato ponte tra tutte queste band, l’ideale anello di congiunzione che potrebbe far contenti tutti. Sì perché gli AEIR se ne escono con un debutto, A Frith Befouled, in grado di lasciare a bocca aperta sin dal primo ascolto. Si parla di progressive sludge, in realtà non siamo per nulla distanti dalla perfetta fusione del crust/hardcore dei Fall of Efrafa con il post-metal decadente dei Light Bearer, stavolta intrisi di un’oscurità degna di un certo doom gothic di matrice albionica pregno di romanticismo e malinconia (qualcuno ha detto My Dying Bride?).
I tempi non sono mai troppo veloci, le atmosfere sono nebbiose e arcaiche (la copertina in tal senso è ben rappresentativa), lo scream è disperato e pesante come un macigno, le voci si alternano e si fondono in maniera assolutamente naturale, e quando le chitarre si fanno melodiche e drammatiche, quando il pathos si innalza, subito tornano alla mente una “Republic of Heaven” o una “Prelapsus”. Non ci credete? Ascoltate la title-track, premete “play” e chiudete gli occhi per lasciarvi trasportare da quello che è il fiume in piena degli AEIR. Asprezze e melodie si rincorrono costantemente, melodie liquide si scambiano di continuo con note oscure e asfissianti, e quando siamo oltre la metà del pezzo, quando le nubi si sono ormai addensate minacciose sopra le nostre teste, ecco il “We are the Sons of Fire! We are the Daughters of Light!” di matrice AEIR, quel “De rerum natura, Such liberty, Such fealty, Such villeiny, De rerum natura” che squarcia ogni oscuro grigiore, che fa filtrare un raggio di speranza che riempie il cuore e gli occhi di lacrime. Perché sì, gli AEIR emozionano con la naturalezza che a suo tempo era stata messa in campo dai gruppi dei quali sono figli, suonano naturali sebbene l’impianto musicale da loro messo in piedi sia quanto mai complesso e articolato (e qui il “progressive” della definizione posta a inizio recensione può avere un senso). Stanchi e spossati dal tour de force di “A Frith Befouled” ci accoglie a braccia aperte “Curia Regis”, pezzo acustico che pesca a piene mani dal polveroso libro di storia del doom inglese che risponde al nome di New Dark Age a firma Solstice: una dolce ballata acustica che si arricchisce via via di archi e arrangiamenti confortanti e rassicuranti, che non fanno però smarrire l’alone di antico e arcaico che pervade il pezzo. Ma è una parentesi che spezza la furia, una turris eburnea destinata presto a crollare sotto i possenti colpi della seconda metà del disco, quelle “The Threshing Floor” e “Profaned Moira” che mettono in luce l’amore per il post-rock etereo e sognante che inevitabilmente fa parte del bagaglio dei Nostri. Non a caso infatti nell’info sheet sono citati gli Envy, non a caso “The Threshing Floor” si apre come il migliore dei pezzi dei giapponesi, quegli arpeggi ariosi ma stranamente freddi che non tardano ad ispessirsi, anche se lo fanno con grazia e con una progressione assolutamente impercettibile. Per poi arrivare alla disperata “Profaned Moira”, oscuro baratro nel quale fa nuovamente la sua comparsa il cantato in clean, sorretto stavolta da un drumming tribale che rimanda direttamente ai compianti Buried Inside: al pari della title-track si tratta di un brano che saprà farvi emozionare e farvi venire letteralmente i brividi.
A Frith Befouled è un capolavoro del post-hardcore (o post-metal? I confini non sono mai stati così labili), è quel disco del quale, come detto in apertura, sentivano la mancanza i seguaci delle band citate all’inizio, è emozione pura in musica, niente di più niente di meno. Inutile sprecare altre parole, fatelo vostro e non ve ne pentirete.
Piccola nota in chiusura: negli AEIR non figura Alex CF (Bradshaw), artista poliedrico e mente dietro molti dei gruppi citati in apertura. E questo, nonostante chi scrive ami alla follia suddetto musicista, potrebbe essere la marcia in più dei Nostri. Senza la pesante presenza del buon Alex, spesso un po’ troppo padre-padrone delle sue creature (assolutamente senza volerlo), la band sembra essere in grado di fare qualcosa di finalmente diverso, oseremmo quasi dire riconoscibile, cosa che i vari progetti nei quali era coinvolto Bradshaw riuscivano a fare solo in parte, almeno in tempi recenti.
(Moment Of Collapse Records, 2022)
1. Serfdom
2. A Frith Befouled
3. Curia Regis
4. The Threshing Floor
5. Profaned Moira