Chi legge le mie recensioni sa perfettamente quanto sia per me gratificante perdermi dietro a progetti che difettano di immediatezza, costringendomi ad un supplemento di attenzione nel momento dell’ascolto. Nel momento in cui incontro realtà che fanno della ricercatezza sonora il proprio credo, senza però eccedere in inutili virtuosismi, mi sento nel posto giusto nel momento giusto. È accaduto così anche quando ho incocciato Sivyi Yar, progetto solista di Vladimir Vishniakov da San Pietroburgo (o Leningrado, a seconda delle preferenze ideologiche), giunto alla sua ottava uscita in sedici anni di carriera.
A Scarlet Sunset Over The Horrid Abyss è quindi la più recente testimonianza dell’iconoclastia sonora per un progetto che non ha mai nascosto il proprio credo sonoro e ideologico, fatto di un modo di pensare la musica diretto e sempre a fuoco, anche nei momenti più complicati, grazie ad un impatto deciso che non lascia nulla di intentato per strada. Sivyi Yar si caratterizza quindi per il suo (riuscito) tentativo di guardare a quello che si è soliti fai coincidere con il termine di “post-black metal“. Scelta che, conseguentemente, doveva per forza di cose sposare un approccio concettuale di un certo tenore. E non a caso, infatti, il buon Vladimir ha scelto di raccontare tutto quel mondo che, partendo dai gulag sovietici, guarda alla crudeltà umana in ogni suo aspetto, ma soprattutto al tentativo (molto spesso insito in noi, e quindi, conseguentemente, visto e vissuto come involontario) di giustificare tutto e tutti, sempre e comunque, in qualunque situazione.
La sua è una denuncia che sposa un sound a tratti primordiale, ma – come detto poco sopra – di grande impatto e altrettanto effetto. Un sound che gli ha permesso di realizzare un album decisamente evocativo, che racconta in modo nitido e diretto l’inferno, senza fronzoli, forte anche di brani incisivi che non risentono della durata media elevata (circa nove minuti ognuno). In sostanza possiamo pensare di inquadrare A Scarlet Sunset Over The Horrid Abyss come un album oscuro, che ben si concilia con una tematica che riesce a raccontare come il dolore si accompagni alla storia in modo costante e circolare, in un eterno rincorrere se stesso.
(Avantgarde Music, 2025)
1. Our Tears Have Turned To Ice
2. A Scarlet Sunset Over The Horrid Abyss
3. The Deadly Fog Drags Forth
4. Everything Under The Snow Will Hush, Then Die
5. In Their Slumber, The People Shall Forget Us