Downfall of Nur è la creatura di Antonio Sanna, ragazzo di origini sarde trapiantato in Argentina. Il suo primo album, Umbras de Barbagia, è uscito pochi mesi fa e ci ha piacevolmente sorpreso. Siamo riusciti a contattare Antonio per approfondire meglio la sua visione del black metal e l’amore per la sua terra, la Sardegna, nella quale il progetto affonda profondamente le sue radici.
Benvenuto sulle pagine di Grind On The Road. Per chi ancora non ti conoscesse, presenteresti il tuo progetto?
Ciao! Allora, Downfall of Nur é un progetto atmospheric black metal con influenze folk, con tematiche basate sulla civiltà nuragica. Il progetto nacque nel 2013 con una demo dal titolo Jhanas-Nur, seguito da un EP, Umbras e Forestas, pubblicato nel 2014. Il primo full-lengh invece è uscito quest’anno via Avantgarde Music e si intitola Umbras de Barbagia.
Perché parlare proprio della civiltà nuragica? Ovviamente si parla di una civiltà antica della tua terra natale, ma è solo questo?
Di base è stato scelto questo argomento perché da molto tempo volevo fare un tributo ai miei antenati e alle mie origini, al di là di questo è qualcosa con il quale sono legato direttamente e indirettamente, qualcosa che ho dentro; con Downfall of Nur c’è un vincolo molto sentimentale e personale.
Se non ti fossi staccato dalla tua terra avresti comunque creato i Downfall of Nur? O sarebbe stato diverso?
La verità é che molto probabilmente se non mi fossi trasferito qui in Argentina non suonerei neanche due note con la chitarra. Mi sono trasferito quando avevo undici anni e ai dodici ho iniziato le prime lezioni di chitarra, grazie a esse è nata una grande passione verso la musica in generale, iniziando da Chet Baker fino a Leviathan (US), quindi credo che sarebbe stato molto diverso.
Perché hai scelto proprio il black metal come sonorità per questo tuo progetto e da quali band sei partito per trarre ispirazione?
Quando avevo quindici anni il mio professore di chitarra mi prestò vari dischi di culto del metal estremo europeo anni 90. Iniziai ad ascoltare death metal, il quale però mi risultò noioso e non attirò molto la mia attenzione, allora iniziai a investigare e incappai nella scena black metal norvegese: il suo sound semplicemente mi affascinò. Band come Darkthone, Emperor, Burzum e Satyricon sono state di vitale inspirazione in quegli anni, anche se non ricordo esattamente perché decisi di fare un progetto black metal; credo che guardare Varg fare tutto da solo fu come una rivelazione. Pensai, farò lo stesso, perché non suonare tutto io?.
Sei andato fino in Argentina e poi sei finito comunque sotto un’etichetta italiana. É stato un caso o vi conoscevate già con la Avantgarde?
No, non ci conoscevamo. Ovviamente conoscevo già la Avantgarde Music, però diciamo che é stato un caso. Quando iniziai la ricerca di una casa discografica per pubblicare Umbras de Barbagia Avantgarde Music fu una delle prime a mettersi in contatto e dimostrare il suo interesse, fatto che decisamente mi fece sentire soddisfatto e felice.
Sei aperto alla possibilità di fare live in futuro con questo progetto o rimarrà esclusivamente su disco?
La verità è che ci sono tante possibilità di portare Downfall of Nur su un palco come tante che rimanga unicamente nello studio, tutto questo dipende da futuri lavori e proposte, in futuro si vedrà.
Ci spiegheresti quali sono i vari strumenti che hai utilizzato per comporre Umbras de Barbagia?
Allora, per comporre uso principalmente la chitarra e tastiere / piano, dopo trasporto ogni melodia al suo strumento; in Umbras de Barbagia gli strumenti più rustici che appaiono sono le launeddas, tipico strumento folk sardo, e il flauto quenacho.
Ci possiamo aspettare un secondo album?
Certamente, è molto probabile che per fine 2016 sia già fuori dal forno.
Grazie per la disponibilità, vuoi aggiungere qualcos’altro?
Non c’è di che, molte grazie a te per l’interesse e l’intervista.